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Divani – 22 modi per disporli in soggiorno

Quando si progetta un’area living l’attenzione maggiore è sulla disposizione dei divani , che sono gli arredi più ingombranti da gestire.

Una volta che hai definito come disporre le diverse sedute, tutti gli altri arredi addizionali come sedie e tavolini trovano automaticamente la propria collocazione.

Noi di Pierre Home utilizziamo un processo ben definito per progettare le sedute in un’area linig:

  1. Individuare la funzionalità principale di ogni area
  2. Definire la posizione ideale dei divani o del singolo divano
  3. Posizionare gli arredi di minori dimensioni come le poltrone
  4. Collocare i tavolini e le eventuali sedie
  5. Scegliere i tessuti, i cuscini, le lampade ecc..

Iniziamo subito

Possiamo classificare tutte le possibili disposizioni in 4 categorie:

  1. Disposizione Frontale
  2. Disposizione a L
  3. Disposizione a U
  4. Disposizione Circolare

Disposizione Frontale divani

Idealmente per conversare si dovrebbe stare seduti frontalmente e quindi posizionare i divani e le poltrone una di fronte all’altra.

Tra le sedute si possono posizionare un tavolino da soggiorno oppure un bel pouff rettangolare, in modo da avere un appoggio per un vassoio con cioccolatini o drink.

Questa disposizione è giusta per enfatizzare un punto focale che si trova all’estremità aperta della disposizione, come un camino o una vista panoramica.

In generale questa disposizione ha un miglior effetto estetico quando è “libera” all’interno della stanza, quindi se possibile evita di collocare i divani contro le pareti.

  • Disposizione con due divani

Puoi utilizzare divani a due posti o 3 posti. Posso avere stile, materiale colore e misure diversi.

  • Disposizione con due chaise longue

Una disposizione ideale per rilassarsi, leggere libri, ascoltare musica, fare meditazione…

  • Disposizione con un divano e due poltrone

Se serve maggiore flessibilità possiamo utilizzare due poltrone, che possono facilmente essere spostate o ruotate.

  • Un espediente quando si usano due divani

Se utilizzi due divani li lunghezze diverse, puoi bilanciare la lunghezza addizionale del divano inserendo un tavolino di fianco a quello più corto

Disposizione divani a L

Quando si vuole ottimizzare lo spazio dell’area living, una buona soluzione è disporre i divani ad L (elle).

Puoi scegliere se posiziona uno o entrambi i divani contro le pareti oppure se tenerli liberi.

La parte aperta della L va posizionata di fronte al punto focale come la tv, il camino o la vista panoramica.

  • Disposizione con un divano a 3 posti e un divano a 2 posti

Per ottenere la L puoi posizionare i due divani uno di fianco all’altro, entrambi direzionati verso il punto focale.

Tra i due divani puoi inserire un tavolino con una lampada per illuminare l’area per la lettura o l’utilizzo del tablet. In alternativa puoi inserire una piantana, la lampada da terra.

  • Disposizione con due divani a 3 posti

Uguale alla disposizione precedente ma con più spazio.

  • Disposizione con un divano modulare

Un divano modulare può essere progettato per le misure effettive dell’area living.

Puoi creare diverse opzioni di seduta e avere abbondante spazio per un’area lounge/relax.

Con una configurazione ad L il divano modulare può essere angolare e massimizzare lo spazio di seduta, può prevedere una chaise longue e/o un pouff, può avere lati con o senza il bracciolo.

Insomma lo si può modulare per l’esigenza specifica dell’area living da arredare.

  • Disposizione con un divano e due poltrone

Una variante della disposizione ad L se non c’è sufficiente spazio oppure non vengono troppi ospiti insieme.

  • Disposizione con loveseat e una poltrona

Un’altra variante della disposizione ad L per appartamenti piccoli oppure per creare un’area per la lettura in una casa più grande.

  • Disposizione con un divano e una chaise longue

Per creare un angolo rilassante e confortevole puoi combinare un divano con una chaise longue.

  • Disposizione con due chaise longue

Una disposizione ideale per rilassarsi, leggere un buon libro, ascoltare musica…

Disposizione divani a U

Con una configurazione ad U le sedute vanno posizionate intorno al punto focale. Al centro dell’area puoi collocare un tavolino di dimensioni ampie oppure più tavolini più piccoli.

Questa disposizione funziona bene sia libera dentro la stanza che contro le pareti.

  • Disposizione con tre divani

È la soluzione più utilizzata nei soggiorni di rappresentanza formali, richiede molto spazio e devi fare attenzione a non distanziare troppo le sedute rendendo difficoltosa la conversazione.

I divani possono essere diversi ed è consigliabile averne almeno due uguali.

  • Disposizione con un divano modulare e una loveseat/due poltrone

Anche questa soluzione richiede uno spazio ampio. È una variante più informale rispetto alla disposizione precedente ed è più adatto ad un’ambiente famigliare, perché con questa disposizione si hanno molte sedute adatte alle diverse attività che si svolgono in un’area living.

Oppure per creare un’ambiente accogliente per ospitare amici.

  • Disposizione con un divano modulare e due poltrone/due sedie laterali

I due divani creano una composizione ad L, completata da due sedie.

Puoi creare un’area conversazione addizionale aggiungendo un tavolino tra le due poltrone.

  • Disposizione con due divani modulare e due poltrone centrali

Puoi inserire al centro della U due poltrone invece del divano.

  • Disposizione con un divano modulare

I divani modulari si possono personalizzare per adattarsi a qualsiasi area living. Lo si può rendere più o meno formale a seconda dei moduli si scelgono.

  • Disposizione con un divano e due poltrone laterali

Questa disposizione aggiunge posti ad un divano lineare in spazi con conformazioni particolari, ma non è consigliata per ospitare amici per via della distanza di conversazione e la poca disponibilità di posti a sedere.

  • Disposizione con due divani e una chaise longue

Invece di tre, se ne possono inserire due con una chaise longue.

  • Disposizione con due divani e due sedute

Due divani creano la disposizione a L, completata da due sedie/poltroncine. Si potrebbe aggiungere un tavolino tra le due sedie per creare un’area conversazione aggiuntiva.

Disposizione circolare divani

La disposizione circolare invita alla conversazione ed è la soluzione da preferire se nella stanza manca il punto focale.

Alcune delle sedute devono essere piccole e leggere per cambiarne la disposizione e avere comodi spazi di transito.

  • Disposizione con sedie intorno al tavolino

Questa configurazione è l’ideale per fare giochi da tavolo come Tabù, giocare a carte e in generale intrattenersi con gli amici. Consiglio di prenderla in considerazione come area aggiuntiva al soggiorno principale.

  • Disposizione circolare con pouf, poltroncine, divani e chaise longue

Puoi realizzare un’area living flessibile unendo insieme i divani con pezzi di arredo più piccoli e leggeri. Queste sedute possono essere spostate e ruotare all’occorrenza per adattare ‘ambiente alle diverse situazioni.

  • Disposizione “libera” / ad angolo

Buona scelta,

Alessandro

PS: qui trovi le altre risorse gratuite

Divani Moderni: Come scegliere il divano giusto

Per scegliere i divani moderni si perde tantissimo tempo.

Ce ne sono un’infinità, così tanti che ti blocchi nella scelta, hai il timore di non aver considerato qualche alternativa e quindi temporeggi fino a quando non sei deciso al 100% (se mai lo sarai)

In questa guida ho racchiuso le informazioni accumulate in anni di esperienza e che utilizzo per consigliare il miglior divano possibile a chi visita il nostro show-room.

Divani Moderni per la casa

Immagina di tornare casa da lavoro il lunedì e di voler guardare una serie tv oppure un posticipo di Serie A.

Come preferisci vederlo, come nella prima immagine oppure nella seconda?

La prima cosa da valutare per l’acquisto di un divano è come lo utilizzi oppure come ti piacerebbe utilizzarlo, perché devi scegliere un divano che si adatti alle tue abitudini e non viceversa.

Utilizzo una similitudine per rendere chiaro il concetto. Supponiamo che devi far passare una pallina da tennis in un tubo e la forma del tubo dipende dal divano che scegli.

Se scegli il divano sbagliato, il tubo avrà forma triangolare. Se spingi la pallina molto forte forse riesci a farla passare, ma devi sforzarti e rischiare di romperla.  

Quando acquisti un prodotto che ti costringe a cambiare le tue abitudini, sei questa pallina: ci stai stretto e non riesci ad adattarti, se non con molta fatica.

Stare a casa non deve essere un sacrificio, è molto meglio passare per un tubo cilindrico piuttosto che in uno triangolare.

Faccio un esempio più pratico per rendere l’idea. Ipotizziamo di comprare un divano Chesterfield.

Il Chesterfield è il classico divano capitonné, un prodotto pensato per gli studi di avvocati e notai importanti e progettato per rimanere seduti poco tempo.

Dopo 30 minuti ti alzi perché non sei comodo né con la schiena né con la nuca.

Divani moderni: i 4 utilizzi

In base ai diversi tipi di utilizzo, ogni divano deve avere determinate caratteristiche e se non ci stai attento durante la fase di scelta, lo odierai.

Cominciamo a fare un po’ di chiarezza con le tipologie di utilizzi che si possono fare di un divano. Sono svariati ma tutti si possono riassumere nelle 4 categorie qui elencate:

  1. Divano da conversazione
  2. Divano relax
  3. Divano cinema
  4. Divano multifunzione

Divani moderni da conversazione

Il divano da conversazione è l’opzione ideale per chi utilizza il soggiorno principalmente per ospitare amici e parenti per caffè o cena. Non è un’area pensata per sdraiarsi o mettersi comodi per ore, ma piuttosto per fare un po’ di chiacchiere o intrattenersi prima di iniziare la cena.

In un soggiorno da conversazione, tutti i presenti devono mantenere il contatto visivo e le sedute sono poste generalmente una di fronte all’altra o al massimo di lato.

In un contesto del genere vanno molto bene i classici divani lineari con i braccioli ai lati oppure quelli angolari. In alternativa si possono anche unire due o più divani lineari.

Le forme del divano da conversazione hanno delle caratteristiche specifiche:

  1. lo schienale deve permettere una posizione eretta della schiena, perché durante una conversazione si tende ad avere una posizione retta. Se non c’è sostegno, dopo 10 minuti tutti gli ospiti saranno con gli avambracci sulle gambe.
  2. La seduta deve essere poco profonda, simile a quella di una sedia. Con una seduta troppo profonda diventa difficile stare dritti.

C’è da dire che è sempre più raro trovare divani esclusivamente da conversazione; i prodotti che svolgono questa funzione, tranne alcuni pezzi di design prestigiosi, sono quasi sempre degli ibridi. Quindi sono divani più comodi che all’occorrenza si adattano per diventare divani da conversazione

Un esempio di divano da conversazione tipico dei soggiorni di rappresentanza può essere il Chester Moon di Baxter. È un’icona, un prodotto ben riconoscibile, che comunica importanza a chi visita la casa. Allo stesso tempo ha una seduta rigida e retta, non proprio l’ideale per vedere un paio d’ore di tv oppure sdraiarsi la domenica.

Un esempio di prodotto ibrido invece è il divano Turner di Molteni&C, adatto sia ad un momento formale che ad uno relax. Infatti lo schienale può assumere due posizioni:

  • Con la prima ha una seduta profonda che, abbinata a cuscini morbidi, è perfetta per rilassarsi
  • Con la seconda, lo schienale si piega in avanti e accorcia la seduta, redendola comoda per un’occasione più formale

Diventa importantissimo avere i giusti cuscino appositamente progettati e ne serve un mix di morbidi e rigidi.

Quelli rigidi puoi usarli dietro la seduta per dare sostegno alla schiena, mentre quelli morbidi li usi per distenderti.

Divani moderni per area living relax

Se quando pensi al soggiorno ti viene in mente il divano comodo e morbido, quello che dovresti cerare è un divano per l’area living relax. Ci sono una serie di caratteristiche tipiche di un divano relax:

  • imbottiture morbide ed ergonomiche
  • schienali adatti ad appoggiarvi la nuca
  • posizioni molto inclinate per la schiena
  • un confortevole appoggio per gambe e piedi.

È il tipo di divano che si preferisce inserire negli ambienti open space, quindi con cucina e soggiorno integrato, anche nelle case più grandi.

Proprio per poter assumere le posizioni più adatte al riposo, che cambiano di persona in persona, questi divani sono dotati di meccanismi per cambiare forma.

Ad esempio è possibile inserire degli schienali reclinabili che si sollevano o che cambiano inclinazione per sostenere la nuca, sedute estraibili che si allungano per aumentare la profondità del divano, oppure con dei veri e propri sistemi relax di sostegno alle gambe.

I meccanismi sono davvero utili quando parliamo di un ambiente open space o di un soggiorno elegante: permettono di creare delle estensioni del divano solo nel momento in cui sono utili, senza aggiungere ingombri o mostrare inestetismi.

Per il sostegno delle gambe, oltre ai sistemi, si possono usare anche degli elementi “fissi” che possono avere una doppia funzione: come poggia gambe nelle situazioni più intime e come tavolino quando ci sono ospiti.

Un esempio di divano relax può essere il xxx de La Casa Moderna.

Divani moderni per area living cinema

Spegni le luci, impianto audio pronto, sistemato birre, coca-cole e patatine e per le prossime 3 ore addio mondo.

Questo vuol dire avere un’area living cinema.

2 sono le cose importanti per un divano da home cinema:

  1. la comodità
  2. la distanza dal televisore

Comodità

Abbiamo già parlato della comodità del divano per il relax e per l’home cinema valgono le stesse regole. Un dettaglio in particolare va tenuto in considerazione: per vedere la televisione, la posizione della testa deve essere eretta e quindi va data molta importanza all’appoggio per la nuca.

Così come per l’appoggio delle gambe, il sistema per mantenere la nuca può essere fisso o meccanizzato.

Come sistema fisso ci sono principalmente due alternative

  • i supercuscini in piuma d’oca, da abbinare ad un divano dalla seduta profonda oppure ad una penisola ampia
  • il regginuca, un optional da aggiungere al tuo divano

I sistemi meccanizzati invece possono essere

  • Sistemi con poggiatesta reclinabile, certamente oggi quello preferito anche per la possibilità di rimanere in un prezzo accessibile
  • Sistemi meccanizzati con schienali regolabili in altezza

Divani moderni per area living multifunzione

Veniamo al nocciolo della questione.

In un mondo perfetto vorremmo un divano adatto a tutte le esigenze che abbiamo visto fino ad ora. Deve avere un’estetica piacente, deve essere comodo per chi si rilassa ma anche adatto ad una situazione più formale, da conversazione; Ci si deve stare comodi quando si guarda la tv, ma anche se ci si appoggia per lavorare al pc, o con un tablet.

All’occorrenza deve avere un sostegno per dei bicchieri o un posacenere… Insomma, il divano ideale dovrebbe riuscire a soddisfare le diverse necessità che sorgono con l’utilizzo di un’area living, specie se è l’unica in casa.

Se c’è spazio in casa, si può creare un mix di divani e poltrone che possano soddisfare qualsiasi esigenza.

In generale la maggior parte dei divani moderni sono adatti per due delle tre occasioni viste precedentemente. La maggior parte dei prodotti sono pensati o per conversazione-relax oppure per relax-cinema.

Uno dei prodotti che invece assolve tutte e tre le funzioni è il divano multifunzione de La Casa Moderna.

È un prodotto che funziona bene perché

  • Occupa poco spazio e va benissimo anche in un open space
  • Quando è “chiuso” dà la possibilità sia di potersi sdraiare sia di poter chiacchierare grazie alle profondità differenziate
  • Ha una seduta relax doppia, più che sufficiente per due persone
  • Tutti i poggiatesta reclinabili per vedere comodamente la tv dal divano
  • Si presta bene come divano da conversazione con una seduta angolare molto capiente
  • Ha anche una penisola per potersi appoggiare senza attivare il sistema meccanizzato

Divani moderni: l’ingrediente segreto per la scelta corretta

Per scegliere il TUO divano, oltre che il modello specifico entrano in gioco altre valutazioni che espandono il campo di in interesse a tutta l’area living, dunque diventa un lavoro di progettazione dello spazio oltre che di scelta del divano.

La scelta del divano è uno step all’interno del processo di progettazione dell’area living e per questo è necessario uno specialista di arredamenti moderni che riesca a consigliare soluzioni che il commesso di un negozio di divani ha difficoltà perfino ad immaginare.

In questo modo potrai avere una persona che ti indichi quali sono tutti i modelli che dovresti prendere in considerazione per la tua casa, accorciamo drasticamente il tempo necessario per trovare il tuo divano e con la garanzia di non commettere errori.

Nel prossimo articolo parleremo dei tessuti per i divani, per essere certo di non perdertelo lascia qui di seguito la tua mail e la riceverai direttamente nella tua posta elettronica.

Buona scelta,

Alessandro

PS: qui trovi le altre risorse gratuite

[Video-intervista] Cucina Open Space – bestseller in 7 giorni

Un libro sulla cucina open space che diventa bestseller su Amazon in 7 giorni, perché tutto questo interesse?

Oggi in quasi tutte le case c’è una cucina open space, composta da soggiorno e cucina, ma scegliere l’arredo di un ambiente del genere è diventato molto complicato. Chi ha arredato casa sa bene quanto tempo ci ha impiegato.

Perché?

Il mobile moderno ha avuto un passaggio generazionale negli ultimi anni. La cucina come si intendeva una volta, composta da basi-colonne e pensili è ormai superata; oggi la cucina è parte della struttura della residenza, è parte di un progetto d’interni…

Tuttavia il settore ragiona ancora con un metodo di lavoro che è retaggio degli anni80- 90, quando gli arredi erano ancora divisi per modelli, adattabili nelle misure allo spazio di chi deve arredare casa.

Questo vuol dire che si ragiona ancora pensando al prodotto, alla composizione da adattare, invece che per progetto di ambiente.

Un modello, una composizione d’arredo, vive di luce propria e non è pensata per integrarsi in un progetto unico specifico per ogni residenza. Per cui è normale che se oggi si cerca l’integrazione tra mobile e struttura, la fusione del mobile nell’architettura della residenza, non si riesce a trovare una soluzione nella distribuzione tradizionale che segue ancora le logiche del passato.

Le 3 informazioni più importanti da “rubare” dal tuo libro?

In ogni capitolo ci sono delle informazioni, dei retroscena utili nella scelta della cucina.

Ci sono però 3 punti che ritengo essere FONDAMENTALI per chi deve realizzare una cucina open space:

  1. La fase esatta in cui deve avvenire la scelta della cucina. L’errore più frequente si commette proprio in questa fase, perché oggi si sceglie la cucina dopo aver progettato (e spesso realizzato) il layout della casa. Così si scopre che molte soluzioni innovative di co-progettazione arredo-struttura non sono più perseguibili quando ormai è troppo tardi.
  2. Quali sono le diverse tipologie di cucina e come riconoscerle subito, in modo da evitare di cadere nel tranello delle “finte collezioni”, il trucchetto che usano gran parte delle aziende produttrici.
  3. Quale processo bisogna seguire per realizzare il progetto cucina definitivo al primo tentativo, senza dover perdere tempo in decine di visite in show-room che confondono ancora di più le idee
cucina open space

Trovi qui maggiorni informazioni sul libro https://wordpress-621531-2503316.cloudwaysapps.com/il-libro-cucina-open-space/

Bonus Mobili prorogato anche per l’anno 2019. Risparmia fino al 50% sugli arredi.

Il 2019 è l’anno giusto per chi deve affrontare spese di ristrutturazione della propria casa e per l’acquisto dell’arredamento. Da una parte le società finanziare erogano prestiti a tassi prossimi allo zero, dall’altra perché è ancora possibile usufruire del bonus mobili.

Le agevolazioni fiscali sono un importante incentivo sia per chi deve rinnovare l’intera casa, sia per chi deve acquistare pezzi singoli come un elettrodomestico o una cucina. 

Bonus Ristrutturazione 2019: tutte le informazioni per l’arredo

Come si accede alle agevolazioni fiscali contenute nell’emendamento della legge di Bilancio 2019?

Cominciando dalla ristrutturazione, il tetto di spesa massimo è di € 96.000, che vanno suddivisi in 10 rate frazionate equamente nel corso di dieci anni, per avere un’agevolazione che copre il 50% della spesa.

Tecnicamente i lavori devono essere a titolo conservativo e di restauro per stabili residenziali e rurali, per la realizzazione di autorimesse, strutture per disabili, installazione impianti a protezione della proprietà privata, eliminazione di barriere architettoniche, adeguamenti antisismici, bonifica dell’amianto, lavori per la riduzione dell’inquinamento acustico e opere di prevenzione/contenimento di infortuni domestici. 

Rientrano nel Bonus ristrutturazione anche le spese relative a bolli, concessioni, richieste di permessi inerenti ai lavori di ristrutturazione oggetto di richiesta. 

Detrazioni fiscali ristrutturazione casa: coprono anche l’arredamento

Dopo la ristrutturazione si può accedere al bonus per l’agevolazione, di pari percentuale, per il l’ acquisto di grandi elettrodomestici non inferiori alla classe energetica A oppure di complementi di arredo nuovi. Il bonus copre anche le spese di trasporto e montaggio dei beni, se il pagamento viene effettuato tramite bonifico bancario.

Non sono agevolabili i serramenti e i tendaggi.

Chi può accedere al bonus mobili e alle detrazioni fiscali 2019? 

Il primo requisito necessario è aver iniziato la ristrutturazione non prima del 2018, quindi da gennaio 2018 in poi.

La spesa in arredi non deve essere necessariamente riferita all’ambiente ristrutturato. Ad esempio se si ristruttura il bagno si può usufruire delle agevolazioni per l’acquisto del divano.

Il Bonus Ristrutturazione prevede la possibilità di accedere alle agevolazioni fiscali per i seguenti soggetti:  

  • Proprietari
  • Inquilini
  • Coniuge separato assegnatari di immobili intestati all’altro coniuge e coniugi more uxorio
  • Soci di Cooperative
  • Comodatari
  • Imprenditori individuali i cui immobili non rientrino tra merci e strumentali
  • Usufruttuari
  • Soci di Società semplici
  • Familiari conviventi

La spesa massima agevolabile per l’arredo è 10.000€

Le agevolazioni coprono il 50% della spesa effettuata, per un massimo di 10.000€.

Quindi fino a 10.000€ viene restituito il 50%, per un’agevolazione massima di 5.000€

Quindi se la spesa è di 11.000€ l’agevolazione rimane sempre pari a 5.000€

Cosa acquistare con il bonus mobili?

Esempi di arredi acquistabili con il bonus sono: letti contenitori, armadiature, cassettiere, librerie, tavoli e sedie comodini, divani, sofa, credenze, materassi, illuminazioni sospese, a soffitto e a parete, mobili per cucine, sgabelli ecc.

Non è detraibile invece la spesa per infissi interni come porte e scorrevoli, i pavimenti e i tessuti.

Cosa acquistare dipende molto da cosa si sta ristrutturando.

Una coppia giovane potrebbe investire qualcosa in più per l’arredamento globale dell’appartamento, se si sta ristrutturando un terrazzo si potrebbe optare per dei mobili da esterno, se invece si ristruttura un bagno o uno scantinato si potrebbe pensare all’acquisto di un imbottito nuovo come una poltrona o un divano.

Buona scelta!

Alessandro Piccolo

I due tipi di cucina che devi assolutamente conoscere

cucina open space: la guida completa parte 1

Spesso capita di spendere giornate dedicate alle visite in show-room e in alcuni casi a farsi fare dei progetti per la cucina open-space, sottraendo tanto del tempo libero personale e spendendo i week-end liberi per capirci qualcosa in più sulle cucine.

Ma alla fine non si è completamente soddisfatti della soluzione creata e siccome stiamo investendo nella casa delle cifre importanti vorremmo evitare di spendere 20.000€ o più per qualcosa che non ci soddisfi del tutto.

Quindi bisogna ricominciare da capo il processo in un altro show-room, ma questo capita soprattutto perché ci si è soffermati su un prodotto che non è stato pensato per il progetto che si aveva in mente.

Vedremo tra qualche riga cosa si intende in maniera più pratica.

C’è anche un altro problema collegato a questo aspetto: Oggi si rischia di spendere male i propri risparmi.

Nella grande confusione che c’è in questo settore le aziende prezzano cucine che appartengono ad una categoria allo stesso modo di cucine che appartengono ad altre, che dovrebbero costare di più.

Quindi ancora prima di vedere una cucina dovresti avere un modello di riferimento per capire cosa stai guardando

E nessuno lo spiega per cui è molto facile caderci.

Adesso andiamo a vedere in maniera approfondita un modello che ci permette di interpretare quali sono le tipologie di cucina oggi disponibili in commercio.

cucina moderna

Nel nostro modello vediamo che ci sono 4 direzioni.

Le prime due identificano la categoria vera e propria della cucina, cioè per cosa è stata pensata. In questo caso abbiamo le cucine di progetto e quelle di collezione. Vediamo tra un attimo la differenza

Le altre due riguardano la posizione relativa di un prodotto rispetto all’altro, a prescindere che siano di collezione o di progetto. Quindi ci serve per confrontare all’interno ad esempio della categoria “Cucine di Progetto” quale prodotto preferire rispetto ad un altro e se il prezzo è giusto.

Cucine di Collezione

Cominciamo dalle cucine di collezione.

Immaginiamo per un attimo di voler acquistare una borsa esclusiva, un’icona, e possiamo scegliere tra due modelli.

Uno è di uno stilista affermato, ben riconoscibile.

L’altro ha un prezzo comparabile, ma ha una forma più standard, non ha pubblicazioni su giornali di moda, non c’è uno stilista che l’ha disegnata ma solo il modellista aziendale. Rimane comunque un prodotto di alta qualità.

Posto che vogliamo acquistare un prodotto icona, tra questi due prodotti quale sceglieresti? La risposta è abbastanza scontata, non c’è neanche bisogno che lo scriva.

Nelle cucine e nell’arredo in generale il concetto è molto simile.

La cucina di collezione è la tipologia di prodotto disegnata da nomi importanti del design italiano e internazionale.

Sono delle icone nel mondo del design, come potrebbe esserlo una borsa di Hermes nel settore delle borse.

Tra le tante aziende che propongono questa tipologia di cucina, cosa dovresti sapere prima di scegliere?

È un tema lungo e lo approfondisco in dettaglio nel libro “Cucina Open-Space”, in uscita a fine luglio. In questo articolo possiamo introdurre la differenza principale

cucina moderna

Da un lato c’è la tipologia di produttore “Commerciale”, molto aggressivo commercialmente, che si presenta con un’immagine di cucina molto scenica, senza però apportare significative innovazioni caratterizzanti.

Se ci si informa sui nomi dei designer che le progettano si vede che sono prodotti disegnati dall’R&D aziendale o da qualche professionista sconosciuto all’editoria di settore.

La logica di acquisto della cucina commerciale è quella che trovo più dubbia: da un lato ci sono dei modelli senza un nome importante, dall’altro hanno poche possibilità di modifica, mantenendo i prezzi di un modello icona. È una soluzione ibrida di cui i vantaggi non sono molto chiari.

All’opposto c’è il tipo di azienda “Trend-Setter”, che crea innovazione, investe in soluzioni ingegnose e ingaggia i più importanti nomi del design contemporaneo.

Se le aziende puramente commerciali non sono molto difficili da individuare, non esistono aziende puramente Trend-Setter, ma ci sono produttori che hanno un’offerta più focalizzata su un tipo di modello commerciale o su icone.

Per cui senza le necessarie informazioni è facile cadere nella rete delle aziende commerciali e acquistare una cucina standard ma ben confezionata, al prezzo di un’icona.

E qui la differenza si fa con il supporto di un arredatore esperto che possa dare indicazioni durante la scelta.

Cucine di Progetto

Un capitolo diverso e che diventa sempre più importante è quello della cucina di progetto.

Sempre più importante perché la cucina sta vivendo cambiamenti radicali negli ultimi anni e va velocemente scomparendo la logica del modello, della composizione.

Si sta transitando al concetto di cucina come “piattaforma progettuale”, nelle mani del progettista, per creare un vestito, una decorazione per l’ambiente che però sia anche funzionale. È quello che chiamiamo “cucina di progetto”.

Ma cosa si intende per cucina di progetto? È quella progettata dall’architetto e realizzata dal falegname?

Non proprio.

Anche quella del falegname può rientrare nelle cucine di progetto, ma ha una serie di limiti descritti in questo articolo.

La cucina di progetto rientra nella categoria delle cucine modulari, che oggi hanno raggiunto un rapporto qualità/prezzo e una possibilità di personalizzazione ben più alti rispetto alle realizzazioni artigianali e di falegnameria.

Per cucina di progetto si può intendere una cucina personalizzabile in ogni suo aspetto, dall’ampiezza dei contenitori, alla tipologia di maniglie, al tipo di materiale e colore utilizzabili per ogni parte del progetto, alle forme del piano di lavoro, dei piani snack, delle boiserie…

In pratica si può cambiare tutto.

Proprio per la grande versatilità di questa tipologia di prodotto, che si traduce in un progetto creato appositamente per il proprio ambiente, diventa difficile utilizzarlo, perché si esce fuori dallo schema tradizionale del “visto in esposizione, adattato a casa tua”.

Approfondiremo questo tema nel capitolo 4.

Qui ci soffermiamo sulle particolarità della cucina di progetto e su quali parametri valutare un produttore piuttosto che un altro.

Che caratteristiche deve avere una cucina di progetto?

cucina moderna

Come per le cucine di Collezione, anche quelle di progetto possono essere classificate in due tipologie opposte sulla base di una serie di elementi: quelle “standard” e “di ricerca”.

Al primo estremo ci sono gli “standard”. Sono produttori che hanno a catalogo moduli con larghezza predefinita, le classiche basi-colonne-pensili, i materiali più comuni (vedi capitolo finiture), disponibilità limitata di finiture per gli elementi di dettaglio.

All’estremo opposto c’è la possibilità di personalizzare ogni singolo elemento sia come forma che come materiale.

Si arriva fino alla creazione della “cintura” della cucina, con centinaia di finiture diverse.

Cucina di collezione o di progetto?

Con le informazioni viste fino a questo momento possiamo iniziare a fare qualche ragionamento sulle diverse tipologie di prodotto.

Se siamo alla ricerca di un progetto ricercato e unico, dobbiamo optare per una cucina di ricerca o una trend setter, a seconda di cosa si vuole prediligere tra personalizzazione o riconoscibilità del prodotto.

Da evitare invece quelle commerciali o stadard, che espongono all’errore di acquistare una composizione standard al prezzo di prodotti di ricerca o progettati da nomi importanti.

Analizzando più nel dettaglio le possibilità progettuali, il livello di personalizzazione e il rapporto qualità/prezzo, si ottiene il grafico che segue.

Il grafico suggerisce che per avere una cucina tarato al 100% sul proprio gusto e sulle particolarità dello spazio dove deve essere collocata, è scegliere una cucina di progetto.

Le cucine di progetto hanno anche un rapporto qualità/prezzo superiore rispetto a quelle di collezione, perché ci sono una serie di spese per royalty e comunicazione che non vanno sostenute.

Questo non vuol dire che una cucina di progetto costi meno di una di collezione, la relazione vale a parità di prodotto

Ad esempio se si confrontano due cucine di dimensioni simili, finiture simili, qualità simile, allora la cucina di collezione sarà più costosa di quella di progetto.

Tuttavia se si sceglie una finitura molto particolare ed esclusiva in una cucina di progetto, il prezzo della cucina di progetto può essere anche superiore.

Cucina penisola: 6 progetti originali per il 2019-2020

La cucina penisola è ancora oggi il tipo di cucina utilizzato più frequentemente ed è ideale negli open space in cui si vuole avere una separazione tra l’area di preparazione e quella di pranzo/conversazione.

Con una prima ricerca, sembrerebbe che le cucine con penisola siano tutte molto simili, con una combinazione classica di basi, colonne e pensili squadrati.

In questo articolo invece vedremo dei progetti più innovativi, pensati per l’Open Space e che dunque si integrano meglio con l’ambiente dove sono collocati.

Iniziamo subito

Cucina penisola 1

Il primo progetto è uno dei più scenografici e tra i miei preferiti.

La penisola in se non ha elementi particolari, ma la ricercatezza sta nella cornice, nella modalità con cui l’arredo è stato integrato con l’ambiente.

Il mobile ha lo stecco colore dell’ambiente, con qualche piccola nota diversa.

l’area dei pensili somiglia più ad una vetriva da zona giorno che al classico pensile da cucina, integrato con i contenimenti in vetro inferiori.

Il tutto incornicia una boiserie in legno dalla tonalità rossastra.

cucina penisola

Cucina penisola 2

In questo progetto è stato aggiunto un tavolone in legno ad una comosizione lineare.

Anche se non si potrebbe parlare di una vera e propria penisola, il tavolo agganciato può comunque fungere da piano di appoggio aggiuntivo in fase di preparazione. Decisiva in questo caso è la profondità disponibile.

cucina penisola

Cucina penisola 3

Toni neutri tendenti all’arancione, con una penisola inusuale, che non fuoriesce nella parte terminale della parete delle basi.

Sicuramente è un’alternativa per gli spazi più ampi, a partire dai 70 mq per l’intero Open-Space.

Da notare di questo progetto anche i giochi di luce previsti lungo le mensole.

Cucina penisola 4

Ci sono modi meno usuali di creare la penisola, ad esempio si può far continuare una cucina lineare oltre una parete di separazione per ottenere l’effetto che vediamo in questa foto.

La cucina diventa parte integrante dell’architettura e con i giusti materiali contribuisce al completamento dello schema colori della residenza.

Cucina penisola 5

La cucina con penisola non deve essere necessariamente chiusa nel collegamento con la parete.

Soprattutto quando si vuole prevedere anche un piano snack comodo, può essere una buona idea per unire la cucina alla parete con un bel piano in legno.

In questo caso l’elettrodomestico da incasso è stato previsto all’interno di un pensile lungo rivestito in resina cementizia nera.

La geometria della boiserie viene richiamata dalla struttura a doghe dell’isola.

Cucina penisola 6

In questo progetto vediamo una variante della cucina proposta nel progetto 5. La differenza principale sta

  • nello schema colori del progetto. Qui abbiamo una scala di grigi, ottenuta con un mix materico di metallo, legno e pietra
  • nell’aggiunta di un elemento scorrevole sul retro della base, che potrebbe fungere da contenimento per un servizio di bicchieri risparmiando spazio nella credenza
cucina penisola

Spero di averti dato qualche spunto  per aiutarti a scegliere la tua cucina in questo articolo. Se ti è piaciuta una delle soluzioni descritte contattaci utilizzando il form qui in basso, potresti vedere come sarebbe nel tuo spazio entro 48 ore.

Alla prossima,

Alessandro Piccolo

colori cucine 2019-2021

Quando devi vestirti bene cosa indossi? Un bel vestito o una T-shirt bianca?

La t-shirt bianca (o simile) è uno degli indumenti più semplici, comuni, che possiamo trovare. È un prodotto versatile, comodo ed economico. C’è ben poco di innovativo o particolare, ma comunque svolge la sua funzione primaria.

Nel settore dell’arredo ci sono una serie di materiali che sono assimilabili alla t-shirt bianca. Si tratta di finiture che sono classificabili come “standard” del settore, quelle tipiche che si possono trovare in un qualsiasi progetto di cucina e che permettono di avere i diversi colori a tinta unita nelle varie fasce di prezzo.

Sono anche i materiali che propongono le aziende di cucina più economiche, perché sono disponibili ad ogni terzista che fornisce semilavorati per l’industria.

Per una cucina Open-Space unica, originale, che non sembri una copia presa da un qualsiasi catalogo, bisogna effettuare scelte oculate sulla tipologia di materiale.

Diventa obbligatorio quindi conoscere quali sono i materiali più comuni e meno personalizzanti proposti dalle aziende di cucina. Ho preparato qui una lista:

  • Vetri satinati
  • Vetri lucidi
  • Laminati opachi a tinta unita
  • Laminati effetto legno
  • Rovere comune
  • Noce comune
  • Acciaio nelle sue varie finiture superficiali
  • Laccato opaco
  • Laccato lucido

Quando si hanno a disposizione solo i materiali presenti in questa lista, effettivamente si potrebbe essere d’accordo in una certa misura con chi sostiene che non è necessario scegliere colori e materiali più ricercati per i mobili della cucina.

Un esempio calzante potrebbe essere quello dei jeans. Se l’unica variante tra un jeans e l’altro è la tonalità di blu, probabilmente basterebbero poche colorazioni per coprire i diversi abbinamenti.

Ma sappiamo bene che oggi le varietà di jeans sono innumerevoli, oltre ai modelli base a tinta unita. Ogni azienda differenzia il proprio prodotto con degli effetti, delle decorazioni, dei tipi di lavaggi che rendono unico il risultato finale.

Lo stesso si può dire per i rivestimenti della cucina. Negli ultimi 5 anni abbiamo assistito ad una rapida evoluzione dei materiali impiegati.

Schemi colori cucine 2019-2020-2021

Così come per i colori della moda, è possibile prevedere con anni di anticipo gli schemi colori e le tendenze per i prossimi anni nel settore dell’arredo.

Le aziende di cucine più affermate o più innovative prendono le proprie scelte sui materiali da sviluppare sulla base di studi internazionali sui trend del colore. Che anticipano le tendenze per i futuri due anni.

Nel mio caso particolare, la mia famiglia è nel settore dell’arredo da 50 anni e abbiamo accesso alle anteprime dei cataloghi delle aziende di cucine più affermate, che basano le proprie scelte future sulla base di studi di trend internazionali.

Per il periodo 2019-2020-2021 è stato scelto un mix di colori neutrali e di colori con tonalità più accese. Appartengono tutte ad un triangolo specifico nella ruota del colore. In particolare sono tonalità tra il rosso-arancio e il giallo-verde.

colori cucine 2019-2021

Nonostante siano colori di tendenza, i materiali sono progettati in maniera tale da poter costruire cucine senza tempo.

Dunque la tendenza 2019-2020-2021 va verso la multi-matericità. È un mix di effetti metallici nuovi (non il tipico alluminio/acciaio), effetti pietra, legni ricercati e pietre naturali.

Chi sa che scelta farai per la tua.

PS: se vuoi delle indicazioni su come scegliere il colore definitivo della tua cucina, leggi questo articolo <clicca qui>.

Alessandro Piccolo

Come scegliere i colori delle cucine moderne al primo colpo

Qual è il segreto per scegliere correttamente i colori delle cucine moderne?

  • Andare in giro per i negozi di arredamento e vedere cosa ti propongono i diversi venditori?
  • Continuare a visitare diversi show-room fino a quando non si trova una combinazione di colori che piace?
  • Oppure spendere giornate intere a comparare i colori nelle mazzette delle varie aziende di cucina?

Dalla mia esperienza suggerirei proprio di no.

Scegliere il colore delle cucine moderne significa creare una combinazione di colori seguendo delle specifiche regole, per ricreare un ambiente in cui chi deve arredare casa si trovi a proprio agio.

Si parte da schemi colori di riferimento che, con l’utilizzo di tavole di colori appositamente studiate, vengono modificate e personalizzate per creare nuove combinazioni tecnicamente corrette.

Fatto con il metodo giusto non è complicato e non bisogna stressarsi nel pensare continuamente se è stata fatta la scelta giusta.

Come lo so? Anche se di certo non sono il più grande esperto mondiale sui colori, l’azienda in cui lavoro è in attività dal 1970 e in quasi 50 anni di progettazione sono state investite tante risorse nella formazione e sviluppo di competenze sui colori.

Applicando i concetti appresi e con l’esperienza maturata, negli anni abbiamo sviluppato una metodologia che per noi funziona bene. Tanto che spesso si riesce a definire lo schema colori definitivo di una cucina in una singola sessione.

Scegliere il colore delle cucine moderne con un metodo “scientifico”

In che modo è diverso rispetto agli altri metodi?

È un sistema che parte dalla classificazione di ogni materiale disponibile per i rivestimenti, classificazione basata sulla posizione del materiale sulla ruota del colore e sulla sua luminosità.

Richiede anche lo studio di progetti di riferimento, da cui si ricavano le tavole base per la scelta del colore, che possono essere personalizzate seguendo dei criteri “scientifici” che precludono la possibilità di errore.

È un concetto totalmente opposto alla scelta del colore tramite le mazzette, con cui il progettista delega completamente la decisione a chi deve arredare casa.

Infatti con il metodo tradizionale si cerca di trovare una valida combinazione di colori per tentativi, accostando i campioncini presenti nelle mazzette.

È molto complicato, alla fine si tende a giocare sempre sella difensiva e ad andare sul sicuro per non sbagliare, finendo per fare le scelte che fanno tutti.

Nei casi peggiori, dopo i primi mesi i colori scelti cominciano ad urtare la quiete di chi vive la casa, costringendo a scelte estreme come la sostituzione di tutti i rivestimenti verticali. Tutto questo dopo aver speso diversi pomeriggi per sceglierli.

Seguendo il metodo strutturato si può tagliare il tempo necessario per prendere scelte definitive, che saranno al 100% in linea con l’obbiettivo estetico da raggiungere. Il risultato è originale e unico, perché il cliente può attingere ad una vasta gamma di materiali che il sistema stesso gli suggerisce.

C’è un cambio di paradigma, i materiali non vanno cercati, ma vengono proposti in automatico dal sistema sulla base dello schema colori di partenza. Quindi vanno testati ed eventualmente scartati.

Non deve essere più complicato di così…

Alessandro Piccolo

Isola, ampio tavolo e soggiorno in 37 metri quadri!

Si può inserire una cucina ad isola in un’area living di 37mq con cucina, area pranzo e soggiorno?

Hai presente quando cerchi online o in giro per negozi un vestito, un regalo da fare ad un’amica, un accessorio per la casa e finalmente trovi il prodotto o l’oggetto che fa proprio al caso tuo?

Ecco, dopo aver effettuato ricerche su riviste, cataloghi o i tradizionali negozi di arredamento è proprio quello che succede quando si visita uno show-room di stampo più innovativo, come il nostro nuovo show-room di Marcianise (Caserta), dove si ha modo di apprezzare i diversi progetti di area living con cucine open space che vengono proposti.

Chiaramente quando si pensa di aver trovato la soluzione ideale per la propria cucina moderna e la si tocca con mano, è naturale desiderare una situazione simile, se non del tutto uguale. Purtroppo, però, capita che per i propri spazi una soluzione standard non sia possibile.

Ed è un disastro dal punto di vista emotivo, perché dopo tanti tentennamenti e indecisioni, dopo aver sentito professionisti e venditori diversi, la soluzione era lì a portata di mano.

Ma si scopre solo successivamente che non è adatta ai propri spazi.

Infatti, nella fase di scelta dell’arredo, la residenza è ancora in ristrutturazione o comunque spoglia di qualsiasi elemento, è fatta di stanze vuote o di planimetrie.

Per i non addetti al settore, una stanza vuota o una planimetria sembra sempre molto spaziosa, in grado di accogliere arredi e complementi anche molto ingombranti.

Quando si arriva al momento di analizzare la planimetria insieme ad un progettista specializzato nella realizzazione di ambienti residenziali moderni, però, spesso si nota che ci sono situazioni in cui i metri quadri disponibili rendono il design dello spazio molto sfidante.

E qui sta la vera differenza tra l’azienda specializzata nella realizzazione di ambienti residenziali moderni e il venditore di mobili, che è formato per proporre solo le classiche composizioni standard per ambienti tra loro isolati.

In questo articolo, in particolare approfondiremo il caso di un appartamento al centro di Napoli.

La nostra cliente si è letteralmente innamorata di una soluzione living in cui vorrebbe far rientrare una cucina ad isola, un soggiorno e un tavolo importante. Tutto in 37 metri quadri.

Se hai già iniziato a cercare delle soluzioni per la tua cucina, avrai già compreso la difficoltà di questa richiesta.

Generalmente in 37 mq non rientrano questi tre elementi (cucina ad isola, soggiorno e tavolo grande) e l’unica alternativa proposta è la cucina lineare, che occupa meno spazio.

Se ci sono le condizioni, con qualche compromesso si potrebbe pensare anche ad una penisola.

Ma l’isola non viene presa neanche in considerazione.

SI PUÒ FARE?

Poiché ogni progetto va analizzato nella sua unicità, non esiste una risposta valida in assoluto a questa domanda. Tuttavia possiamo dire che ci è già capitato altre volte di esaminare e progettare delle soluzioni per soddisfare richieste simili.

Basandoci su uno studio dei diversi casi affrontati, possiamo sicuramente appurare che le variabili da prendere in considerazione sono principalmente due:

  1. La distribuzione degli spazi, quindi come progettare e disporre i vari elementi nello spazio open
  2. Le esigenze di chi deve arredare casa, dunque come si vogliono utilizzare le varie aree

Sono necessarie entrambe perché una soluzione di distribuzione di spazi è difficile che non si trovi, specie con tutte le giornate che dedichiamo al singolo progetto, ma bisogna capire effettivamente i vari spazi come devono essere utilizzati e quindi quali sono le priorità di chi deve arredare lo spazio.

È a questo punto che vengono messi in risalto gli eventuali compromessi che comportano le diverse soluzioni.

LA RICHIESTA DEL CLIENTE

Siamo in un appartamento al centro di Napoli e la nostra cliente si trasferirà a breve con il compagno in questo nuovo stabile.

È la loro seconda casa e ci tengono molto a realizzare un bell’ambiente per la propria residenza. Questa volta deve essere tutto perfetto.

La priorità è l’area living open, in particolare la cucina. L’obiettivo è realizzare una soluzione con l’isola, focalizzando lo sforzo progettuale nel rendere poco evidenti i mobili da cucina. Dunque è assolutamente da evitare la classica composizione “basi-colonne-pensili”.

Un’altra richiesta specifica è l’inserimento di un tavolo importante con la potenzialità di accogliere i familiari nelle occasioni conviviali, circa 13-14 persone. Anche se in genere in casa si sta in 2.

Nel progetto che stiamo per vedere siamo riusciti a trovare una configurazione compatibile con gli spazi necessari per inserire una cucina ad isola.

Vediamo subito come è stato affrontato.

IL PROGETTO

Nella progettazione di questo spazio sono state create 3 soluzioni, di cui presentiamo quella che meglio di tutte soddisfa le esigenze richieste.

cucina isola

Lo sviluppo dello spazio è orizzontale.

Esaminiamolo partendo da destra, dalla cucina.

Il progetto inizia con il contenimento verticale, che prende il posto delle colonne in una tradizionale composizione d’arredo.

Il problema principale della soluzione ad isola sono gli spazi necessari per le aree operative, in particolar modo tra il piano di lavoro e i contenimenti retrostanti.

Per ovviare al problema abbiamo progettato due contenimenti verticali centrali a profondità ridotta, con ante scorrevoli e non battenti.

Questi contenimenti sostituiscono i pensili di una composizione tradizionale.

Invece dei classici pensili abbiamo progettato un vano chiuso da una porta scorrevole, attrezzato internamente con scolapiatti e mensole. I vani verticali a profondità ridotta sono situati dietro il piano operativo, in modo da rendere l’area di lavoro spaziosa e confortevole, senza avere la sensazione di essere soffocati.

cucina isola

Sia i vani di contenimento che le strutture per contenere gli elettrodomestici hanno un’altezza terra soffitto di 270 cm per dare una sensazione di slancio, di svuotamento allo spazio che è relativamente piccolo. Troppe geometrie lo renderebbero ancora più ridotto all’occhio di chi lo osserva.

Per l’isola abbiamo optato per una pietra ingegnerizzata strutturata a doghe, in modo da ottenere una scultura che predomina l’ambiente.

cucina isola
cucina isola

Per il tavolo è stato scelto un design molto semplice ma curato nei dettagli, in legno scuro.

Da notare come l’area da pranzo è concettualmente separata dal resto dello spazio con una boiserie in legno a doghe orizzontali.

Il tavolo è allungabile e chiuso è adatto per 8 persone.

Quando sono previste occasioni speciali, rimane uno spazio comodo per le occasioni conviviali. Allungando il tavolo si ricavano posti comodi per 12 persone, restringendo gli spazi fino a 14.

cucina isola

Nell’utilizzo normale, quotidiano, dell’area living, l’ambiente non è “incastrato”, caotico o ammucchiato.

Il soggiorno invece deve essere sufficientemente grande per accogliere qualche ospite e non può ridursi ad una poltrona o ad una grande seduta per due persone.

Quindi abbiamo previsto lo spazio per un divano da 3/4 posti più un pouf che potrebbe convertirsi in seduta per 2 persone oppure essere utilizzato come tavolino.

cucina isola

COME VINCERE LA SORTE E REALIZZARE LA RESIDENZA DEI TUOI SOGNI, SENZA COMPROMESSI E SPIACEVOLI SORPRESE

Quello appena presentato è un caso di successo, in cui con uno sforzo progettuale abbiamo mitigato i vincoli che presenta lo spazio, valorizzando un’area open space che altrimenti sarebbe somigliata ad un puzzle caotico.

In altri casi, però, non è possibile superare le problematiche e si è costretti a fare scelte di compromesso.

Per evitare ciò, prima di ristrutturare casa, quindi di realizzare le separazioni degli spazi, i vani, le aperture esterne, è necessario avere il progetto completo degli interni della residenza.

Con un lavoro di progettazione a monte, effettuato da professionisti specializzati nella realizzazione di residenze moderne, la ristrutturazione o l’arredamento della residenza diventa semplice, proprio come raggiungere una destinazione utilizzando Google Maps, che indica il percorso più veloce ed eventuali impedimenti lungo il percorso.

La strada è tracciata e non ci sono strade bloccate o ingorghi improvvisi dovuti ad una decisione che non è ancora stata presa o dall’impossibilità di realizzare un’idea a cui si rinuncia mal volentieri.

L’opinione di chi ha progettato casa con noi

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Non aggiungo altro.

Alessandro Piccolo

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Ingannati dall’architetto o dal buonsenso comune? Che grosso errore nella progettazione della cucina!

“Sto ristrutturando casa e mi serve qualcuno che prenda in mano la situazione, diriga gli operai in cantiere, l’impresa di costruzioni, gli impiantisti e gestisca tutte le piccole cose che non riesco a seguire. Devo necessariamente chiamare un architetto e visto che è retribuito gli faccio studiare anche una soluzione per gli interni…”.

È quello che pensiamo tutti quando approcciamo una ristrutturazione. Ed è una riflessione apparentemente logica, rassicurante, che ad oggi quasi nessuno mette in discussione.

Perché sembra così naturale seguire questo iter? Ecco il ragionamento che si innesca:

Devo ristrutturare/costruire casa e voglio creare la mia residenza ideale à L’architetto è la figura professionale che si occupa delle ristrutturazioni à mi serve necessariamente anche per la burocrazia della ristrutturazione à Tutti si fanno fare anche il progetto d’interni dall’architetto à Allora prendo l’architetto e gli delego tutto questo lavoraccio. Dall’inizio alla fine. Lui sicuramente mi saprà dare una mano.

Fino a quando sopraggiunge l’amara verità. Quando arriva il momento di scegliere la cucina, ecco che inizia una serie di problematiche inaspettate, che non ti permettono più di avere la casa che desideravi.

Infatti, nelle ultime tre settimane ho dovuto trovare delle soluzioni per una cucina ed un’area living da inserire in due strutture già in fase avanzata di ristrutturazione e che hanno costretto i nostri clienti a dei compromessi inaspettati. Proprio per evitare che continuino ad accadere questi tristi imprevisti, mi sono riservato del tempo per scrivere sull’argomento.

Andiamo dritti al punto e analizziamo uno dei due progetti.

Analisi planimetria e richieste del cliente

arredare casa

La nostra cliente vorrebbe avere uno spazio riservato in cucina, dove poter preparare e cucinare i suoi piatti senza essere al centro dell’attenzione e senza essere disturbata.

Allo stesso tempo, la cucina affaccia su una sala da pranzo molto ampia, divisa dalla stessa con una vetrata. In questo modo, quando ci sono ospiti la vetrata viene chiusa, ma quando in casa si è solo in due si preferisce avere due ambienti comunicanti e non isolati.

Soprattutto con il trend del lavoro degli ultimi anni, per cui il lavoro femminile è aumentato e gli orari sono diventati sempre meno fissi, il tempo che si spende insieme in casa si è ulteriormente ridotto e avere due ambienti completamente separati, senza neanche un contatto visivo, diventa isolante, triste e scomodo.

Date queste esigenze, la soluzione ideale sarebbe quella di una penisola arretrata, per dare ampio spazio al piano di lavoro, creare una barriera fisica allo spazio della cucina e disporre di tutto il contenimento necessario per un’area di preparazione comoda.

Ma come inserirla in questo contesto?

ADDIO PENISOLA

Già dando uno sguardo alla pianta, all’occhio esperto risulta evidente che una penisola, in uno spazio così progettato, è altamente sconsigliata.

Questo spazio è un enorme vincolo alla progettazione. Se potevano esserci una decina di alternative possibili, purtroppo con la realizzazione del progetto le alternative si sono ridotte a 2 ed entrambe non ottimizzano i metri quadri disponibili.

Proviamo comunque a fare un tentativo disegnandola su pianta:

arredare casa

Purtroppo la sensazione iniziale è confermata.

Non c’è abbastanza spazio né per avere una profondità tale da garantire la comodità del piano di lavoro, né per farle avere un buon impatto estetico.

Più in generale si può dire che, anche se i metri quadri della stanza da dedicare alla cucina potrebbero essere sufficienti, il modo in cui è stata organizzata in realtà riduce almeno del 25% la metratura disponibile per le aree funzionali.

E questo riusciamo a vederlo anche graficamente con una rappresentazione degli spazi dei passaggi.

arredare casa

PERCHÉ ACCADE – NON È COLPA DELL’ARCHITETTO

Vedendo questo progetto, a primo impatto verrebbe da dire che è tutta responsabilità dell’architetto.

In realtà non è proprio così, perché l’architetto che ha seguito il progetto è una figura specializzata nelle pratiche burocratiche, nella progettazione tecnica dello spazio e nella direzione dei lavori sul cantiere.

Anche se la specializzazione dell’architetto tradizionale è diversa, comunque si cerca di soddisfare al meglio le richieste dei clienti. Fatte le dovute eccezioni per quei pochi che si concentrano sulla progettazione di interni, tutti gli altri seguono questa procedura:

  1. Reperiscono le informazioni sullo stato attuale del cantiere/terreno/appartamento
  2. Si fanno spiegare dal cliente come vorrebbero la residenza (anche se il processo dovrebbe essere invertito)
  3. Mettono su pianta la distribuzione degli spazi che per loro è corretta dal punto di vista progettuale

La procedura elencata, presa così com’è, non è sbagliata.

Il problema è che per avere una progettazione degli spazi ottimale, bisogna già sapere che tipologia di arredo, in questo caso di cucina, è stato progettato all’interno della residenza. Bisogna sapere che tipo di immagine si vuole ottenere.

Solo dopo si può prevedere uno spazio adeguato e disegnato proprio per accogliere la soluzione desiderata. Non prima.

Se diamo per scontato che l’architetto il suo lavoro tecnico lo sappia fare, manca proprio tutta la parte iniziale.

QUINDI DIPENDE TUTTO DAL COMMITTENTE?

Neanche.

Non si può neanche dire che la responsabilità di questo errore progettuale sia del cliente che ha commissionato il lavoro.

Il cliente che doveva progettare casa ha seguito esattamente l’iter che seguono tutti, quello che è ritenuto corretto nel fare comune, il “si fa così”.

Fammi spezzare una lancia a favore delle abitudini attuali:

Questa procedura funzionava molto bene fino a qualche decina di anni fa, quando gli arredi, dunque anche le cucine, erano dei modelli standard. In quel contesto anche l’architetto con diversa specializzazione poteva conoscerne, a grandi linee, le varie configurazioni e declinazioni.

Oggi però ogni progetto è diverso dall’altro, ogni azienda di arredo si focalizza su un particolare stile con specifiche soluzioni tecniche, che danno poi il risultato finale sia in termini funzionali si in termini di immagine.

Dall’altra parte, chi deve arredare casa è esposto a molte più fonti di ispirazione e quindi non si accontenta di composizioni standard.

In questo contesto quella competenza di base sugli interni non basta più.

Ma l’architetto non specializzato è difficile che si tiri indietro e che ti suggerisca di rivolgerti ad uno specialista, non per disonestà ma perché comunque nei suoi studi universitari ha fatto qualche progetto residenziale di interni, per lo più focalizzato sulla divisione degli spazi.

Ma essere uno specialista di interni oggi è completamente diverso, vuol dire essere aggiornati su tutte le novità del settore, conoscere le modularità dei prodotti, essere alleati a vedere le diverse possibilità progettuali prima ancora di mettere penna su foglio.

Ci sono degli architetti che si sono specializzati con gli anni in questo ambito, ma sono pochi e riconosciuti per queste capacità.

Se il tuo architetto rientra tra questi, allora il problema è difficile che si presenti.

In caso contrario il suggerimento è di far lavorare assieme lo specialista che ti supporterà nell’arredamento della casa e il professionista che seguirà la parte architettonica.

Solo in questo modo avrai la garanzia di non dover fare scelte di compromesso per la tua casa.

Ti rendi subito conto con il tipo di professionista con cui ti stai relazionando a seconda di quante decisioni devi prendere in autonomia e di quanto sei d’accordo con quelle prese dal professionista.

Quando si lavora con un generalista e il processo di progettazione e realizzazione della residenza diventa frustrante, chi ha commissionato il progetto intuisce che la qualità del lavoro finale, a questo punto, dipende esclusivamente dalle proprie decisioni.

E non da quelle dei propri consulenti.

Quindi sceglie di limitare il lavoro di consulenza architettonica alla realizzazione dello spazio, per poi fare da se per la scelta degli interni.

Così parte l’iter di ricerca online e negli showroom di arredamento, con tutte le sue difficoltà che ho precedentemente descritto nel capitolo “Arredare casa: visita ordinaria ad un negozio di arredamenti tradizionale”.

COME SI DOVREBBE PROCEDERE DUNQUE?

Il lavoro di progettazione degli interni dovrebbe partire dal momento in cui si definisce lo scheletro della residenza.

Dopodiché è necessario un lavoro a quattro mani: da una parte la progettazione degli interni, quindi di come sarà realizzata ogni singola stanza, dall’altra la progettazione tecnica, per verificare che tutte le operazioni si possano effettuare.

È il modo in cui lavoriamo con la maggior parte degli architetti ed è l’iter che si segue nei progetti di maggior successo.

Puoi trovare in maniera dettagliata il procedimento che suggeriamo nel capitolo “I 6 errori comuni quando si deve ristrutturare e arredare casa per la prima volta – e come evitarli

E mi raccomando, ora che lo sai non commettere gli stessi errori!

Alessandro Piccolo