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Spazio open: Isola o penisola?

Spazio open. Meglio isola o penisola?

“Allora per la cucina facciamo l’isola. Hmmm, però la penisola mi sembra più comoda. Ma l’isola è più bella. Però con la penisola forse mi troverò meglio perché avrò più spazio. Come scegliere tra isola o penisola?”.

Arriva il momento nella vita di ogni donna in cui deve scegliere il tipo di cucina da inserire in casa.

In alcuni casi la scelta è obbligata, perché un’isola richiede degli spazi minimi superiori alla penisola. In tanti altri, come probabilmente anche il tuo, si possono avere entrambe le possibilità.

È una scelta che influenzerà il modo in cui utilizzerai la tua cucina almeno per i prossimi 20 anni e con questa consapevolezza è normale avere delle titubanze nella scelta di una soluzione piuttosto che dell’altra.

Soprattutto se il supporto del progettista si limita al disegnare quello che richiedi.

In questo caso vuol dire che stai prendendo la decisione praticamente in autonomia, ma non è per nulla semplice dal momento che non hai tutte le informazioni necessarie e hai poco tempo anche per farti una cultura, visto che avrai sicuramente un’occupazione diversa.

Proprio per renderti più semplice la scelta, ho inserito in questo articolo delle informazioni utili a valutare quando è meglio inserire un tipo di cucina piuttosto che l’altro.

Tutte le indicazioni che trovi in questo articolo sono riferite ai progetti più comuni che vengono creati utilizzando le isole e le penisole, dunque non sono delle regole adatte a tutti i casi, in assoluto.

Come vedremo nella seconda parte dell’articolo ogni ambiente ha le sue peculiarità e il lavoro del progettista sta proprio nel realizzare la cucina ideale per lo spazio a disposizione, andando però a risolvere o mitigare gli aspetti negativi di una soluzione o dell’altra.

ISOLA O PENISOLA: i pro e i contro più comuni

Qui di seguito abbiamo riassunto in una tabella i pro e i contro delle isole e delle penisole tradizionali:

PENISOLA

Pro

Contro

  • Necessita di spazi inferiori
  • Ha un angolo inutilizzato
  • Ha più capienza
  • Estetica datata
  • Ha più spazio per il piano di lavoro
  • Rende l’ambiente caotico
  • Protegge l’area della cucina
  • Ha un accesso meno comodo

ISOLA

Pro

Contro

  • Estetica attuale
  • Richiede spazi più ampi
  • Rende la cucina parte integrante dello spazio
  • Utilizzo meno efficiente degli spazi
  • Ha accessi comodi e da una sensazione di apertura
  • Piano di lavoro ridotto
  • Permette a chi cucina di interagire con gli ospiti
 

Se questi sono i pro e i contro principali di una composizione tradizionale, vediamo quali sono le variabili primarie e quelle secondarie che devono guidarci nella scelta della soluzione

Variabile Primaria 1: Lifestyle

La tua personalità e il modo in cui utilizzi la cucina sono dei fattori critici quando si decide se optare per un’isola o una penisola.

L’isola si presta maggiormente ad ambiente sociale, aperto e stimola le persone a muoversi nella stanza. Se ti piace cucinare a casa e ospitare amici, l’isola ti permette di prendere parte all’azione, di essere coinvolta e rimanere in contatto con gli ospiti.

All’inverso, una penisola è utile per demarcare le diverse aree in un ambiente aperto, per separare lo spazio della cucina dal resto della stanza.

Quindi la penisola protegge l’area di lavoro e ti garantisce più privacy, rendendo la cucina un posto di tranquillità dove creare le tue meticolose preparazioni.

Chiaramente bisogna prendere in considerazione anche in che modo lo spazio della cucina si connette al resto della casa e come pensi di viverla. Sono queste le vere variabili che vanno prese in considerazione quando scegli il tipo di cucina da inserire.

Variabile primaria 2: Dimensioni

Un altro fattore decisivo tra una penisola ed un’isola è lo spazio che hai a disposizione. Analizziamo velocemente quali sono gli spazi necessari per una cucina ad isola o penisola con 5 fuochi e un lavello doppio.

Per fare questo esercizio proviamo a progettare una cucina “vivibile”, con degli spazi minimi per avere quel livello di comodità non odiare la propria cucina.

Essendo un esercizio a scopo esemplificativo tralasciamo tutta la parte estetica e vediamo quali sono gli spazi minimi necessari per avere una soluzione funzionale.

Per rendere più chiara la tabella abbiamo realizzato dei disegni (sotto alla tabella). Il numeretto di fianco alla descrizione della misura corrisponde al numero sul disegno.

Descrizione MisuraIsolaPenisola
Lunghezza piano1300 cm400 cm
Distanza per passaggi2Almeno 80 cmAlmeno 80cm
Larghezza necessaria3Almeno 460 cmalmeno 295 cm
Profondità piano Isola/penisola4Almeno 70 cmAlmeno 70 cm
Spazio tra isola/penisola e retro5Almeno 90 cmAlmeno 185 cm
Profondità dispense cucina6Almeno 60 cmAlmeno 60 cm
Profondità necessaria7Almeno 300 cmAlmeno 315
Spazio necessario813,8 mq9,3 mq

Disegno 1. Ingombri minimi composizione Isola

Isola o penisola

Disegno 2. Ingombri minimi composizione Penisola

Isola o penisola

 In questa specifica configurazione, l’isola richiede circa il 50% di spazio in più rispetto alla penisola, con un piano di lavoro inferiore del 25%.

Ripeto, è un esercizio puramente teorico per capire qual è la differenza in termini di spazi necessari. Con ogni probabilità non faremmo mai realizzare una cucina con queste caratteristiche, per cui focalizziamo l’attenzione solo sull’esercizio tralasciando l’estetica del risultato.

Si evince chiaramente che una penisola richiede spazi inferiori. Siccome la penisola è appoggiata ad una parete, non necessita dell’ulteriore spazio di passaggio, quindi è più indicata per uno spazio più ridotto dove un’isola non rientrerebbe.

Inoltre la penisola, nella sua forma più semplice, necessita di un unico ingresso.

L’isola, invece, siccome ha tutti I 4 lati “aperti”, richiede molto più spazio di passaggio, soprattutto se la si vuole rendere impattante, senza incastrarla tra altri elementi come pareti e tavoli.

Infatti mettere l’isola in uno spazio ridotto significa sacrificare la comodità dei passaggi per entrare ed uscire dall’area di lavoro oppure ridurre la lunghezza del top da cucina.

Variabile secondaria: Condizione del cantiere

Se lo spazio dove viene progettata la cucina ha gli impianti in fase di modifica, come per le nuove costruzioni, realizzare un’isola o una penisola è pressoché indifferente.

Se invece l’impianto è già presente ed è a parete, realizzare un’isola richiederebbe spostare l’impianto a pavimento.

Poi è sempre possibile modificare l’impiantistica, c’è da capire se si è disposti a farlo e quanto incide sul costo globale del restyling. Tendenzialmente se si sta facendo un investimento in una cucina che durerà nel tempo, il costo degli impianti incide in maniera moderata.

Il valore aggiunto della progettazione: 6 tecniche efficaci utilizzate dai progettisti di Pierre Home per rendere attuale una penisola ed evitare l’effetto caotico nell’area living

Come dice un vecchio proverbio giapponese “Se non hai le risorse, devi usare la testa”.

Parliamoci chiaramente, avendo lo spazio a disposizione, oggi tutti vorrebbero un’isola. L’isola ha un design più attuale e rende l’ambiente decisamente più importante.

Tuttavia, anche se non si ha lo spazio necessario per un’isola, non vuol dire che non si può ottenere lo stesso risultato

Ora che abbiamo visto a grandi linee i limiti e i vantaggi delle due soluzioni, proviamo a vedere alcune tecniche per rendere la penisola esteticamente piacevole e pulita, senza farle perdere nulla a confronto con un’isola.

Tecnica 1: trasformare le dispense in elementi decorativi.

Innanzitutto bisogna fare in modo di uscire dal classico schema “basi-colonne-pensili”. Per evitare di replicare un design vecchio, dobbiamo andare a trasformare questi elementi in decorazione delle pareti.

Lo si ottiene incassando i mobili contenitori nelle pareti nella giusta maniera e accostando materiali materici come legni, resine cementizie e metalli.

Cucina penisola

Tecnica 2: inserire illuminazioni sobrie ma scenografiche

Oggi i dettagli luminosi sono un elemento decorativo al pari di un rivestimento. Una tecnica che utilizziamo spesso è l’incasso delle barre led nei fianchi esterni di colonne ad anta sporgente, oppure la creazione di diversi livelli di schienale entro in cui interporre gli effetti luminosi.

Attenzione: la maggior parte delle aziende di arredo fornisce delle illuminazioni dritte, frontali, non inclinate, che abbagliano l’utilizzatore della cucina. Bisogna invece utilizzare delle soluzioni angolari sapientemente incassate, che creino comfort in chi le guarda.

Cucina penisola

Tecnica 3: utilizzare pensili molto lunghi, anche oltre i 2 metri

Il pensile lungo smorza la sensazione del mobile appeso, inoltre non avendo tagli è molto più lineare e da una sensazione di ordine e pulizia.

Sono pezzi speciali molto ricercati, difficilmente realizzabili dalle falegnamerie e da gran parte delle aziende di cucine.

Cucina penisola

Tecnica 4: Aggiungere una cornice elegante

Il 9 aprile 2015 a Milano è stato condotto un esperimento da McDonald’s, che ha avuto una grande rilevanza mediatica.

In sintesi l’azienda ha aperto un fast food McDonald’s camuffandolo in hamburgheria stellata.

Tutti i visitatori sono caduti nel tranello ed effettivamente parlavano benissimo di questa nuova hamburgheria, ma i panini erano gli stessi di McDonald’s!

Quindi se una bella cornice riesce a valorizzare in maniera sorprendentemente efficace un panino del Mc, sicuramente è ancora più utile per valorizzare e aggiungere eleganza ad una penisola di design.

Noi di Pierre Home abbiamo effettuato una selezione di materiali, legni, vetri, pietre, metalli, per creare delle boiserie inedite e rendere esteticamente piacevoli e attuali le nostre penisole.

Cucina Penisola

Tecnica 5: Non terminare il progetto della cucina con la penisola

Probabilmente questo è uno degli accorgimenti principali per fare in modo che il mobile da cucina diventi parte dell’area living, andando ad integrare la penisola resto dell’ambiente come se fosse un’isola.

Se si ha spazio a disposizione, nella parte finale di una composizione si può inserire o un contenimento più decorativo, o anche un elemento a scomparsa per creare l’effetto sorpresa negli ospiti, che si ricorderanno sicuramente di queste soluzioni originali.

Cusina Penisola

Tecnica 6: Unire le varie grandezze delle dispense

La caratteristica progettuale che maggiormente rende datato il design della penisola è la netta separazione tra le basi, i pensili e le colonne.

Nei nostri progetti cerchiamo di eliminare il più possibile questa netta separazione, andando ad integrare i diversi contenimenti.

Ad esempio nell’immagine che segue è stato completamente eliminato il pensile, che si è trasformato in una mezza colonna poggiata sil piano di lavoro, creando una continuità con il resto dei contenimenti.

Cucina Penisola

Per questo articolo mi fermo qui. Ci sarebbero tanti progetto che vorrei mostrare per far capire in quanti modi diversi è possibile progettare le isole e le penisole, proverò a inserirne qualcuno nei prossimi giorni così da poter offrire qualche spunto in più.

Se invece vuoi vedere subito come si potrebbe configurare la tua isola o penisola, compila il form qui di seguito e sarai ricontattato entro 24 ore senza alcun impegno da uno dei nostri progettisti.

Ci sentiamo al prossimo articolo,

Alessandro Piccolo

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I 6 errori cumuni quando si deve ristrutturare e arredare casa per la prima volta – e come evitarli

Quanto costa una decisione errata?

In base ad una statistica costruita sugli anni di esperienza della nostra azienda abbiamo riscontrato che, quando si deve ristrutturare e arredare casa per la prima volta seguendo il processo tradizionale, si sbaglia tra il 30% e il 40% delle decisioni che vengono prese.

Realizzare o ristrutturare una residenza, che sia appartamento o villa indipendente, è un’attività molto complessa. Ci sono una moltitudine di attori coinvolti, ognuno con i suoi tempi e i suoi imprevisti, tutti pronti a scaricare sul committente la responsabilità di ogni singola decisione.

Infatti, dopo un brevissimo periodo iniziale, quando si ristruttura casa vogliamo tutti la stessa cosa: vogliamo che tutti finiscano il loro lavoro e se ne vadano quanto prima!

Diventa molto frequente, dunque, ritrovarsi nella condizione di prendere delle decisioni che a prima vista sembrano di buon senso e che alla fine diventano vincolanti per il progetto finale. Cambiarle significherebbe incorrere in costi non trascurabili, fino al 10% del budget dell’intera ristrutturazione.

Vediamo dunque qual è il processo tradizionale, del buonsenso comune, che crea la maggior parte dei limiti in fase di progettazione degli interni.

Il processo “Difettoso”

Nella maggior parte dei casi di ristrutturazione che vediamo, si ha un progetto architettonico per la divisione degli spazi, si comprano i rivestimenti, si inizia a installare l’impianti elettrico e idraulico e solo dopo si realizza un progetto di interni.

Sebbene questo processo sia quello più diffuso e considerato corretto, in realtà comporta una serie di conseguenze sulle possibilità di progettazione degli interni.

Quando si scoprono i limiti dell’ambiente venutosi a creare, modificare la configurazione dello spazio diventa oneroso, per cui spesso si opta per una soluzione che non rispecchia totalmente le preferenze di chi abiterà la casa.

Se per una serie di ragioni ti trovi a seguire questo tipo di processo, di seguito puoi verificare se stai commettendo uno degli errori più frequenti, con anche delle indicazioni su come evitarli.

Inoltre vedremo qual è il limite entro cui si possono fare cambiamenti in maniera economica.

Iniziamo subito.

Errore comune #1: Realizzare le pareti prima di progettare glia arredi ad incasso

Questa è probabilmente la scelta che più di tutte viene data per scontato e quella che genera il maggior numero di modifiche.

In genere si scelgono gli arredi dopo aver imbiancato la casa, quindi dopo aver realizzato tutte le separazioni e gli impianti.

Tuttavia gran parte delle soluzioni richiedono delle pareti progettate appositamente per accoglierle, generando la necessità di aggiungere cartongessi, dunque di modificare gli impianti, rintonacare le pareti e ripitturare il tutto.

Vediamo degli esempi nelle immagini che seguono:

 
Arredare casa
 

In questi due casi i lavori di ristrutturazione sono stati effettuati dopo aver chiarito esattamente come doveva essere realizzato l’ambiente e dopo aver verificato le misure esatte dei mobili specifici da inserire.

Riprodurre un ambiente del genere con delle pareti dritte equivale a costruire ex-novo tutta la parete.

Errore comune #2: realizzare il pavimento, le pareti e il soffitto prima di aver definito quali porte o separatori installare.

Il capitolo delle porte e dei separatori è molto insidioso in quanto ogni tipologia di porta richiede dei lavori specifici.

A scopo illustrativo, nel caso in cui si volesse installare una porta con apertura a bilico come nell’immagine che segue, bisogna prevedere dei sostegni specifici all’interni del pavimento, quindi da installare prima della realizzazione del massetto.

Se non viene fatto è comunque possibile avere questa soluzione, ma comporta avere la ferramenta a vista, degli inestetismi che si sarebbero potuti evitare.

 

Un altro caso che può accadere con riferimento alle porte è che si opti per i tradizionali controtelai in abete, che ci costringono ad utilizzare delle porte con profilo perimetrale largo come nell’immagine a sinistra.

Non che siano brutte, il punto è che se in fase di scelta non si può prendere in considerazione l’alternativa con perimetro slim, che vediamo nell’immagine qui a destra.

Arredare casa

Allo stesso modo, volendo realizzare una porta a scomparsa con un rivestimento ceramico, va prevista una sporgenza dell’infisso pari allo spessore devi rivestimento, altrimenti si otterrebbe un effetto non omogeneo.

Dunque, per evitare di avere vincoli nella scelta degli infissi, è opportuno progettarli prima di chiudere il pavimento e realizzare le divisioni interne.

Errore comune #3: installare gli attacchi per i termosifoni prima di aver progettato l’ambiente

Che impatto potrà mai avere un termosifone in uno spazio?

Dal momento che si esce dallo schema della classica composizione d’arredo, anche il termosifone o in generale il termoarredo può contribuire all’immagine estetica finale di un ambiente.

Vediamo un esempio pratico con questa immagine, scattata nel nostro showroom, in cui vediamo una colonna decorativa bianca che si erge dal pavimento. La colonna è priprio il termoarredo previsto per questo bagno.

Per poter installare questo pezzo in uno spazio, bisogna creare una predisposizione a pavimento e portare esattamente li l’attacco per il termoarredo.

Con un attacco tradizionale a muro questa soluzione diventa impraticabile, poiché bisognerebbe rompere il muro e il pavimento, modificare gli impianti e ripassare la resina.

Errore comune #4: Prevedere pareti con materiali o spessori non adatti all’utilizzo futuro

Quando si creano delle divisioni o semplicemente delle contropareti, senza sapere se e che tipo di arredo/decorazione dovranno ospitare, ci si preclude automaticamente una serie di possibilità.

Nel primo caso abbiamo riportato un esempio di armadiatura sospesa, che richiede una parete rinforzata in quanto il peso ce deve sostenere è rilevante e non vogliamo trovarci nella situazione di creare pericoli per chi abita lo spazio.

Arredare casa

In un altro caso potremmo voler decorare la parete con un rivestimento a base di resine. Tuttavia nel caso in cui avessimo inserito un normale cartongesso, a contatto con le resine si gonfierebbe, quindi  bisognerebbe applicare degli strati protettivi impermeabilizzanti sulle pareti. Cosa che si potrebbe evitare se l’informazione venisse recepita prima della realizzazione della parete.

Errore comune #5: installazione punti luce a soffitto

Un’altra decisione che viene spesso sottovalutata riguarda il posizionamento dei punti luce a soffitto. Un punto luce richiede il passaggio di cavi, tagli di cartongessi e rifiniture esterne, per cui cambiarne la posizione comporta lavori di modifica della controsoffittatura.

In genere vengono inserite

  • le prese elettriche a parete nelle zone in cui è più probabile che vengano utilizzate (ma che vengono sempre spostate dopo aver ultimato la progettazione degli interni)
  • i collegamenti nella parte centrale del soffitto della stanza, dove tradizionalmente viene inserito un lampadario pendente.

Tuttavia, durante la progettazione degli interni, si scoprono delle alternative a questa impostazione classica, ma diventa impegnativo adattare l’ambiente a soluzioni in cui l’illuminazione segue uno schema totalmente innovativo, come nell’area living di seguito riportata.

Inoltre, sistemi di illuminazione sospesi più articolati come quello nell’immagine che segue, richiedono un supporto strutturale nel controsoffitto e diventano un’alternativa no perseguibile al termine di una ristrutturazione.

Errore comune #6: Prevedere l’illuminazione incassata alla fine del progetto

L’illuminazione incassata sta diventando un elemento sempre più presente nelle residenze moderne.

Richiede spazi e supporti specifici, che devono essere realizzati durante la fase di ristrutturazione e non successivamente.

Nell’immagine a sinistra vediamo uno dei nostri progetti per una zona notte. L’illuminazione inserita ha richiesto un controffitto appositamente progettato, in modo da non scontrarsi con gli elementi strutturali di sostegno.

Allo stesso modo, l’illuminazione incassata nelle pareti deve essere progettata a monte.

Nell’immagine che segue vediamo un esempio di soffitto con illuminazione laterale a vela e sistemi ad incasso centrali.

È tutto un gioco di armonie anche con l’arredo previsto e lo si è potuto ottenere perché la residenza è stata pensata come un corpo unico e non un pezzo per volta.

Qual è il momento in cui è ancora possibile effettuare modifiche e quindi il limite entro cui effettuare il progetto di interni?

Il momento ultimo prima che ogni cambiamento diventi molto costoso è la posa del massetto, cioè lo spessore in cemento che farà da base per il pavimento.

Una volta creato il massetto, eventuali sostituzioni all’impiantistica o al layout della casa comporteranno interventi di “demolizione”, che vogliamo assolutamente evitare.

Qual è invece il miglior momento per decidere come realizzare una residenza?

Se lo stabile è da costruire, è ideale avere ben chiaro tutto prima che sia terminato lo scheletro dell’edificio. Infatti qualsiasi lavoro effettuato dopo aver creato la struttura dell’edificio comporta la scelta tra diverse soluzioni progettuali, quindi potenziali compromessi.

Se invece lo stabile è già costruito, l’ideale sarebbe progettare gli interni prima di ergere le divisioni e di installare gli impianti.

Alessandro Piccolo

Cucine moderne lineari – 10 idee originali per creare la tua

Cucine moderne lineari 2

Quando dobbiamo utilizzare un’unica parete, può essere utile mimetizzare passaggi per altre zone della casa o per un locale dispensa/lavanderia utilizzando degli infissi con la stessa finitura degli arredi della cucina. In questo modo si ottiene un effetto di continuità visiva che può essere il più adatto per lo stile che da ricreare.

Cucine Moderne

Cucine moderne lineari 3

Una cucina lineare con contenimenti integrati a vista. È una valida alternativa alle soluzioni che richiedono delle madie o basi contenitive aggiuntive.

Cucine Moderne

Cucine moderne lineari 4

Se piacciono gli ambienti molto luminosi e chiari, si può optare per per una soluzione monocolore tenue o bianca, senza decori.

Cucine moderne lineari 5

In questo progetto vediamo l’effetto che si ottiene con una linea di luce continua che percorre la lunghezza della cucina. Una soluzione molto scenografica.

Cucine moderne lineari 6

Questa cucina è pensata per la vita moderna, veloce e dinamica. Sono stati inseriti dei vani ricoperti in vetro acidato al posto del classico schienale, per aumentare la capienza e avere tutto a portata di mano. Inoltre la presenza di molta materia riflettente amplia la prospettiva di questa vista, facendo sembrare l’ambiente più profondo.

Cucine moderne lineari 7

Una cucina splendida che non ha bisogno di colonne. Per integrare in maniera elegante gli elettrodomestici in questa cucina moderna sono state scelte delle finiture riflettenti. Questa soluzione maschera l’elettromestico nella sfondo bianco della parete.

Il resto della parete è stata attrezzata con un runner per contenere gli oggetti o i condimenti che vengono utilizzati di frequente. Sul binario sono stati aggiunti anche degli ornamenti e dei libri da cucina: tutto a portata di mano.

Particolare è anche l’idea della cappa, intergrata in una controparete progettata peorpio per accogliere l’elettrodomestico e il led, così da avere un’immagine che ispira ariosità e apertura.

Cucine moderne lineari 8

Dov’è la cucina? Si potrebbe passare di fianco a questa parete non accorgendosi assolutamente di nulla. E’ il concetto della cucina armadio, in cui la cucina moderna è completamente inserita in un mobile appositamente progettato.

Cucine moderne lineari 9

Una cucina simmetrica in nero e legno, che diventa una cornice per i pasti o altri momenti di condivisione.

Cucine moderne lineari 10

Si può creare una cucina importante anche solo con uno spazio lineare? Certo, lavorando con forme e materiali. Di seguito vediamo un brillante progetto che unisce uno spessore di Ceppo di Gré con le linee sottili dell’acciaio.

Spero di aver fornito delle informazioni utili con questo articolo. Inserisci latua mail qui di seguito se vuoi rimanere aggiornato sull’argomento.

Alessandro Piccolo

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Meglio i mobili del falegname o quelli industriali?

Suona meglio il violino del liutaio o quello della Yahama?

Fu la prima domanda che fece un professore universitario alla prima lezione di Economia Aziendale.

Uno degli studenti seduti al primo banco si sentì subito chiamato in causa poiché suonava il violino e disse con convinzione che quello del liutaio suonava meglio di quello della Yahama.

“Mi spiace, ma non è la risposta esatta” commentò il professore.

Chi ha ragione?

Quando si parla di prodotto industriale in genere lo si associa a qualcosa di standardizzato, non personalizzabile e di bassa qualità.

Se questo può essere vero per le produzioni low-cost di importazione, le grandi aziende italiane che producono prodotti d’eccellenza sono partite come botteghe artigiane, che poi si sono evolute. Infatti il made in Italy ha una qualità molto alta.

Se consideriamo l’esempio del liutaio, possiamo facilmente immaginare come potrebbe trasformare la sua bottega in una grande azienda che produce strumenti musicali.

Si inizia con la produzione di violini artigianali, fatti a mano, perché all’inizio non c’è la forza economica di investire in macchinari precisi. Con l’aumentare dei volumi il liutaio comincia a comprare qualche attrezzo per tagliare il legno più velocemente e in maniera più precisa, perché la macchina ha una precisione decisamente superiore alla mano umana.

Con un ulteriore aumento dei volumi di produzione il liutaio inizia ad assumere persone che si specializzano nella decorazione del violino e che possono essere formate in tecniche di decorazione avanzate, che lui non avrebbe il tempo di apprendere.

E così pian piano inizia a costruire uno stabilimento più grande, prende dei macchinari più avanzati per l’intreccio delle corde, investe per creare un ufficio tecnico per la progettazione dei violini e ottenere un suono migliore in maniera scientifica, senza basarsi solo sull’esperienza.

Riesce ad ottenere dunque dei risultati impossibili da eguagliare dal liutaio con la piccola bottega.

Mobile artigianale e mobile industriale: le differenze

Nel settore dell’arredamento abbiamo assistito allo stesso tipo di evoluzione. Tutto è partito con delle botteghe artigiane che producevano mobili di alta qualità e pian piano alcune si sono evolute fino a creare le aziende strutturate che conosciamo oggi.

Le differenze tra i mobili da falegnameria e quelli ingegnerizzati di alta qualità sono innumerevoli ma ci sono degli esempi che possono bene esprimere il concetto

Piccoli dettagli

  • La ferramenta interna che compra il piccolo artigiano è una ferramenta standard, disponibile il 2/3 colori diversi. L’azienda specializzata invece può fornire una ferramenta dello stesso colore degli interni del mobile
  • I fori e le lavorazioni interne degli arredi sono invisibili nel mobile ingegnerizzato, mentre il mobile di falegnameria ha buchi e chiodi a vista

Differenze Strutturali

Con l’evoluzione della tecnologia e delle competenze degli studi di ingegnerizzazione interni, le aziende specializzate riescono a eseguire lavorazioni che richiedono figure professionali trasversali e non soltanto quelle di falegnameria.

Prendiamo come esempio il pensile D.Frame di Dada, qui di seguito in foto

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Questo pensile ha un telaio in acciaio perfettamente rifinito, su cui poggia un’anta in vetro opaco.

La struttura si apre elettronicamente ed è internamente illuminata con luci led.

Questa lavorazione non è alla portata di una falegnameria, che potrebbe comunque provare e riuscire a realizzarla, ma con lunghi tempi per lo studio di fattibilità e un costo molto più elevato rispetto ad un’azienda specializzata.

 

Mito da sfatare: i mobili del falegname sono davvero più economici?

A volte in azienda capita di parlare con clienti che hanno già comprato la cucina dal falegname, con la convinzione di essere stati più scaltri degli altri e aver risparmiato su un prodotto che avrebbero pagato di più in negozio.

Per evitare di far pensare al cliente di aver preso una scelta sbagliata, con molto rammarico evitiamo sempre di spiegare il perché in realtà non hanno fatto un affare.

Proprio per questo motivo in quest’articolo cerchiamo di dare un’occhiata ai retroscena della produzione di una cucina di falegnameria e una industriale per apprezzarne le differenze di costo.

Prendiamo come esempio una cucina semplice in legno verniciato. Semplificando possiamo ridurre le fasi di produzione a

  1. Studio di fattibilità/progettazione tecnica della cucina
  2. Lavorazione del pannello di legno
  3. Verniciatura dei pannelli lavorati
  4. Assemblaggio della ferramenta

Vediamo quindi le differenze tra una falegnameria e un’azienda specializzata in produzione di cucine:

Il falegname

  • Deve effettuare uno studio di fattibilità per ogni progetto
  • Compra i pannelli di legno al dettaglio, rifornendosi da un distributore che acquista la materia prima dal produttore
  • Provvede alla verniciatura a pezzo singolo internamente o lo affida ad un terzista
  • Compra la ferramenta al dettaglio, tramite dei grossisti di zona

L’azienda specializzata

negozi arredamento
  1. Compra grandi lotti di pannelli di legno ad un prezzo inferiore al fornitore della falegnameria.Nell’immagine a sinistra è rappresentata una delle tante aree di stoccaggio pannelli di un’azienda specializzata nella produzione di cucine.
    Ci sono centinaia di pannelli impilati l’uno su l’altro e un’azienda specializzata compra decine di colonne come questa ogni settimana
  2. Divide il costo di verniciatura su decine di ordini: quindi compra vernici a grandi volumi e vernicia in blocco tutte le cucine in ordinazione, minimizzando i costi di attrezzaggio.
  3. Acquista la ferramenta ad un costo inferiore del grossista che rifornisce il falegname, perché compra volumi considerevolmente maggiore
  4. Spende pochissime risorse in studi di fattibilità, perché già conosce tutte le soluzioni progettuali che può affrontare

Come si riflettono queste differenze nel prezzo?

Risultato: con riferimento ai progetti più semplici che includono solo legnami, l’azienda di cucine ha un costo sensibilmente più basso (circa del 40%) rispetto al falegname.

Per le lavorazioni che includono materiali diversi dal legno, è molto difficile prevedere una differenza di costo perché la falegnameria non è attrezzata per effettuarli.

Quali sono gli altri vantaggi dell’acquisto da un’azienda specializzata?

  • Certezza dei tempi: i mobili sono pronti entro la data di consegna prevista dall’azienda, senza sorprese
  • Garanzia facile da far rispettare: nel momento in cui c’è un problema al mobile ingegnerizzato, viene subito sostituito. Invece il falegname produce il mobile sulle
  • Supporto nella scelta: il falegname fa esattamente quello che chiedi mentre un’azienda specializzata ti mostra quello che è possibile ottenere
  • L’architetto non è indispensabile: il mobile di falegnameria viene prodotta a disegno, che deve essere realizzato da un architetto, che ha un costo
  • Maggiori possibilità progettuali: l’azienda specializzata ha al suo interno molte maestranze specializzate e macchinari innovativi che rendono possibili ed economiche lavorazioni più complesse del semplice taglio e assemblaggio del legno
  • Costi: a parità di qualità, gli arredi prodotti dalle aziende specializzate sono sempre più economici rispetto a quelli di falegnameria

Dunque per quale lavorazione è utile rivolgersi al falegname?

Il falegname è utile per

  • Realizzare decorazioni personalizzate che non effettuano le aziende specializzate (sono casi molto rari nell’arredamento moderno) – ad esempio per le librerie classiche
  • Riparare mobili che hanno subito danni non coperti da garanzia
  • Realizzare boiserie non disponibili in commercio
  • Realizzare rivestimenti in legno per scale
  • Costruire ringhiere in legno
  • Assemblare controsoffitti in legno
  • In generale per tutte le personalizzazioni del legno che l’industria non fornisce

Per quali prodotti invece conviene scegliere i prodotti ingegnerizzati prodotti da aziende specializzate?

  • Cucine
  • Pareti attrezzate
  • Mobili contenitori
  • Armadi e cabine armadio
  • Porte
  • Tavoli
  • Sedie
  • Porte vetrate
  • Divani
  • Letti
  • Mobili da bagno

Anche per oggi la nostra rubrica di guide all’acquisto degli arredi finisce qui. Spero di esserti stato di aiuto e ci vediamo alla prossima.

Alessandro Piccolo

Negozi arredamento – Ecco come testarli

Il primo test da effettuare è la verifica di quali prodotti può fornire il negozio di arredamenti e quali invece non può fornire. È necessario concentrarsi soprattutto su quello che non può fornire.

Perché?

Supponiamo di avere un budget di 40.000€ per arredare l’intera casa e che con questo budget, vuoi realizzare la cucina, la zona living, una zona notte e un bagno.

Rivolgendosi ad un negozio di arredamento tradizionale, che dell’ambiente bagno può fornire solo i sanitari e il mobiletto con il lavabo, nel momento in cui il progettista o il venditore realizzerà una composizione d’arredo per tutti gli ambienti, come ci si potrebbe aspettare che gestisca il nostro budget?

Chiaramente allocherà un buon 90-95% su quello che può fornire il negozio, perché il suo obiettivo è vendere quanto più possibile e prendere commissioni.

Specificamente per l’ambiente bagno, i progettisti dei negozi di arredamento tradizionali argomentano la scelta del bagno come qualcosa che deve essere minimale, su cui va fatto un investimento basso, proprio perché non è quello il loro business principale.

Questo è un problema, perché a te potrebbe piacere un bagno più importante o con delle precise caratteristiche che il progettista non può fornire.

Di contro, se ti rivolgi ad un ceramista, il venditore dell’azienda cerca di aumentare il più possibile la tua spesa in quell’ambiente.

La ragione è la medesima: vendono solo ceramiche e quindi cercano di aumentare il più possibile la spesa per quell’area di prodotto, senza curarsi delle reali preferenze del cliente.

negozi arredamento

Dunque, quando ci si rivolge ad aziende che hanno un’offerta limitata di prodotti, ognuno prova a dedicare la maggior parte possibile del budget complessivo presso la propria struttura.

In questo modo cercano di influenzare il cliente, facendogli ridistribuire il suo budget e a dover prendere decisioni su come realizzare gli ambienti ambienti senza il supporto di una figura che veramente abbia analizzato le preferenze del cliente e che usi la sua esperienza nell’interesse di quest’ultimo.

Questo discorso non è limitato alle ceramiche. Allo stesso modo, il negozio di arredamenti che non può fornire oggettistica e decorazioni per la casa, non proporrà mai un progetto con degli oggetti decorativi che ben si integrano con tutto l’ambiente, lasciando fare al cliente tutto il lavoro di ricerca.

Quindi, per essere sicuri che il progettista lavori nell’interesse di creare uno spazio residenziale moderno e non una composizione di prodotti utili alle casse dell’azienda, bisogna eseguire il test numero 1.

TEST 1: Verifica che il negozio di arredamento abbia specialisti di

  • Realizzazione di ambienti living, cucine e zone notte
  • Realizzazione di ambienti bagno e area wellness
  • Realizzazione di sistemi di riscaldamento
  • Rivestimenti e pavimenti
  • Oggettistica per la casa
  • Illuminazione, sia decorativa che tecnica
  • Infissi interni
  • Tendaggi e tappezzerie

Sono queste le sette aree di prodotto principali che un progettista deve avere a disposizione e che costituiscono la condizione necessaria per poter proporre un progetto di interni completo.

Hai trovato utile questo articolo e vuoi conoscere gli altri tre test fondamentali per valutare un negozio di arredamenti? Compila il form qui in basso e giarda subito la nostra guida gratuita.

Buona ricerca,

Alessandro Piccolo

Come arredare la tua casa in maniera unica

Senza

  • spendere le serate ed i fine settimana liberi a girare per i negozi
  • dover analizzare decine di cataloghi e riviste
  • passare ore e ore sulla scelta di modelli, tessuti e dei colori
  • la frustazione di non sapere se stai facendo la scelta migliore per il tuo ambiente

Anche se

ti sei rivolto ad un architetto oppure hai già iniziato a farti progettare casa da un negozio di arredamenti tradizionale.

 Ho deciso di scrivere questo articolo perché parlando con tante coppie che devono arredare casa, mi sono reso conto di quanta frustrazione crea la scelta degli arredi, perché spesso si arriva ad una condizione di confusione e di difficoltà durante la progettazione degli interni.

Come specialisti nella creazione di ambienti residenziali moderni, riteniamo che le informazioni elaborate in questo articolo potranno evitare di farti perdere mesi sulla scelta degli arredi da acquistare per la tua nuova casa, sacrificando per lunghi periodi il tuo poco tempo libero, senza avere la sicurezza di aver arredato casa nel miglior modo possibile con il budget che hai stabilito.

Con questo scopo, proviamo a pensare per un attimo a questa situazione.

Come arredare casa

Supponiamo che, per un’occasione particolare, ti serve un bel tailleur (o un abito da sera in generale). Quindi vai dal sarto e gli chiedi un bel tailleur.
In sartoria, la prima cosa che ti chiede il sarto è in che tessuto si deve fare questo tailleur.

Allora ti fermi, scegli un tessuto, vai da chi vende tessuti, e ne compri 15 metri.

A questo punto ritorni dal sarto, che ti chiede come deve realizzarti questo bel tailleur. Probabilmente ti sarà già capitato di fare una richiesta simile ad un sarto e saprai anche che non basta dirgli che vuoi un abito elegante, con una vestibilità slim.

Infatti devi dirgli esattamente la forma di tutte le sezioni e, prova dopo prova, dirgli se lo vuoi più stretto o più largo, con eventuali dettagli leggermente più su o più giu.

Negozi di arredamento “sartoriali”:

Quali sono le difficoltà più frequenti?

Il grande problema che rende frustrante arredare casa è che, allo stesso modo del sarto, il progettista del negozio di arredamenti tradizionale vuole “cucire” un arredamento personalizzato in base alle richieste specifiche del ciente, cioè in base alle richieste specifiche che si dovresti avanzare tu.

Tuttavia, se un tailleur o un abito è relativamente facile da scegliere, perché sai già con cosa stai bene e con cosa no, perché i vestiti li indossi ogni giorno e puoi facilmente sostituirli, creare un ambiente moderno è tutt’altra storia.

Infatti arredare casa normalmente è un’attività che capita di dover svolgere due o tre volte in tutta la vita e richiede un mix di discipline molto diverse tra loro, se si vuole ottenere un risultato di alto livello d’immagine e non la solita composizione di mobili.

Come arredare casa

Negozi di arredamento “sartoriali”:

Le indicazioni specifiche che richiede il progettista tradizionale e che disorientano i clienti

Quindi, nel negozio di arredamenti tradizionale, si richiede che tu dia indicazioni specifiche su come realizzare il progetto.

Ad esempio, il progettista del negozio di arredamenti “sartoriale” si aspetta che il cliente richieda un armadio di 10 metri lineari perché hai tanti cappotti. Di conseguenza il progettista deve sviluppare quello che richiedi con i marchi che ha a disposizione.

E questo genere di indicazioni vanno date praticamente su tutto, a partire dalla forma della cucina, al materiale del piano di lavoro, al colore delle ante e tutti gli altri dettagli che necessariamente devono essere definiti.

Quando in realtà, tu ti rivolgi al negozio di arredamenti proprio per avere un’idea di quello che si può realizzare e valutare le diverse possibilità

In altre parole, si pretende che tu indossi le vesti dell’architetto di interni e riesca a realizzare un progetto d’impatto con la tua immaginazione.

Ma perché realizzare un ambiente residenziale moderno davvero unico e che rispecchi le tue esigenze, senza mesi di frustrazione, sembra impossibile per il 90% delle persone?

Se investi per arredare la tua casa, che sia la tua prima o seconda residenza, un singolo ambiente o l’intera casa, lo scopo è uno solo: creare uno spazio che ti faccia sentire sempre a tuo agio, dove si sta comodi quando si spende il tempo in casa e che abbia un gusto estetico ricercato, che rispecchi la tua personalità e il tipo di persona che sei.

Per fare questo, potresti rivolgerti a negozi di arredamento tradizionali, detti anche “sartoriali”, che cercano di vendersi come le soluzioni definitive per realizzare il tuo spazio residenziale, quando invece propongono le solite composizioni standardizzate e lasciano fare a te il grosso del lavoro.

Se all’inizio può sembrare stimolante come attività, dopo i primi tentativi si cade subito nella spirale dell’indecisione, dettata dalla consapevolezza di non riuscire ad analizzare correttamente le alternative alla continua sensazione di stare tralasciando qualcosa che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui avresti pensato la tua residenza.

Il tutto mentre il venditore del negozio di arredamenti spinge per chiudere la commissione quanto prima.

Sai, però, qual è il vero problema?

La maggior parte delle coppie che seguono questo iter per l’acquisto degli arredi spesso finiscono per prendere le decisioni finali con dei grossi compromessi, dettati più dalla frustrazione del processo che da effettivi vincoli economici o di spazi.

Quando uno spazio è frutto di numerosi compromessi, quando lo vivi il pensiero ricade sempre su come sarebbe potuto essere se avessi preso la decisione in maniera diversa.

In genere si arriva alla soluzione drastica di rinnovare lo spazio dopo pochi anni, dovendo ripetere investimenti importanti per ottenere un risultato che si poteva raggiungere in precedenza.

Negozi di arredamento:

La soluzione per ottenere un ambiente residenziale moderno unico invece della solita composizione d’arredo, senza frustrazioni e perdite di tempo

Pierre Home è la prima azienda specializzata nella realizzazione di ambienti residenziali moderni.

Piuttosto che essere i sarti del cliente, noi siamo convinti che un negozio di arredamenti debba organizzarsi per essere portatore di soluzioni, per offrire qualcosa che il cliente finale non si aspetta.

Quindi passiamo dalla logica della gamma di prodotto, cioè che si propone un prodotto che è disponibile in tante varianti diverse per soddisfare i diversi consumatori, alla logica del progetto.

Nella nostra quarantennale esperienza, abbiamo imparato che le case più belle hanno due peculiarità

  1. Sono seguite da un architetto di interni specializzato, cioè che sviluppa solo ambienti di interni tutto il giorno, oltre che dal progettista del negozio di arredamenti tradizionale che conosce bene le caratteristiche dei prodotti.
  2. Sono realizzare con un mix di arredamenti, pitture, resine, microcementi, carte da parati, boiseries, tappeti, corpi illuminanti, tessuti, strutture architettoniche e altri elementi

Ed è proprio per questo che, a differenza del negozio di arredamenti tradizionale, noi di Pierre Home

  • Abbiamo unito un negozio di arredamenti con uno studio di progettazione d’interni specializzato, che ti mostra le diverse possibilità per realizzare la tua residenza senza necessità di farti perdere tempo su cataloghi e senza tralasciare alternative. Così puoi avere la sicurezza di aver preso la migliore decisione possibile, senza stress.
  • Siamo in grado di progettare spazi non solo limitatamente agli arredi, ma anche con tutti gli altri elementi e materiali che sono necessari per “vestire” l’ambiente.

Per chi deve arredare casa, questo vuol dire

  • Ottenere un ambiente caratterizzato, non una semplice disposizione di mobili in uno spazio
  • Poter valutare tutte le possibilità di arredo e decorative che consente il tuo ambiente
  • Avere la sicurezza di aver realizzato il tuo spazio ideale, senza avere rimorsi quando sfogli riviste o vai a casa di amici

DALLA COMPOSIZIONE ALL’AMBIENTE: come verificare se il negozio di arredamenti ha le 4 caratteristiche necessarie per la realizzazione di un ambiente residenziale moderno eseguendo questi 4 test.

Abbiamo creato una veloce guida che si basa sulla nostra esperienza acquisita negli anni nella progettazione e realizzazione di residenze moderne.

Leggendola scoprirai:

  • Come si può ottenere una residenza che rispecchi le proprie preferenze estetiche senza doversi studiare i cataloghi dei marchi di arredamento ed effettuare ricerche continue online
  • Come si può valutare in maniera oggettiva le potenzialità progettuali di un negozio di arredamenti
  • I 4 test che puoi eseguire quando visiti un negozio di arredamenti per verificare se può realizzare ambienti residenziali moderni oppure soltanto composizioni di mobili
  • Come capire se il progettista del negozio propone le soluzioni migliori per lo spazio residenziale del cliente oppure quelle migliori per aumentare i margini aziendali

 

Come arredare casa

Nel primo articolo dedicato all’inaspettata esperienza durante la visita in show-room in un negozio di arredamenti tradizionale, abbiamo visto cosa accade nel momento in cui entri in negozio e perché avviene con quella specifica modalità.

In questa seconda parte approfondiremo nel dettaglio quello che avviene nelle prime fasi della progettazione e vedremo perché spesso si traduce in un risultato estetico dal carattere dubbio. Quindi seguimi nel continuo della visita all’interno del negozio tradizionale di arredamento.

Come arredare casa con il progettista del negozio tradizionale

Il primo sintomo della composizione d’arredo

Ci siamo fermati al momento in cui hai finito di fare il giro dello show-room e ora non vedi l’ora di vedere come il progettista disegnerà gli interni di casa tua.

Finalmente tu e il tuo partner vi recate nell’ufficio, vi mettete in posizione e cominciate a fare qualche chiacchiera con il progettista su budget, ambienti da progettare e altri dettagli minori. Diciamo che avete deciso di cominciare proprio dalla cucina.

Dopo aver visto la piantina e aver identificato la posizione degli scarichi, la prima cosa che ti chiede il progettista è “Che idea avete per la cucina?”.

Di fronte a questa domanda potresti avere diverse reazioni: se hai già deciso esattamente che cucina comprare, glielo comunichi; se invece le idee non le hai ancora chiare, fai un po’ fatica a rispondere.

Quindi il progettista incalza con “Vi può piacere una penisola?”. Cioè cerca di farti dire quello che ti piacerebbe avere in casa e se non hai ancora la risposta definitiva butta giù comunque un’ipotesi di composizione che potrebbe entrare nel tuo spazio.

Ora, cerchiamo di comprendere meglio quello che succede in questa fase. Cominciamo col dire che va bene informarsi sulle preferenze del cliente. È necessario per poter offrire una soluzione che rientri nelle tue preferenze.

Bisogna però farlo potendo essere veramente utili.

Il problema principale del progettista del negozio di arredamento tradizionale quando devi scegliere come arredare casa:  il “Progetto Bollente”

Per rendere chiaro questo concetto, viene facile fare una similitudine con un gioco che si fa da bambini, spesso durante le feste: il gioco della Patata Bollente.
In pratica ci si mette in cerchio, parte la musica e si passa nel minor tempo possibile un oggetto alla persona che è di fianco. Nel momento in cui viene stoppata la musica, la persona che rimane con l’oggetto in mano perde ed usce dal cerchio.

Quando sei di fronte al progettista tradizionale giocate allo stesso gioco, solo che in questo caso l’oggetto “bollente” è la progettazione della tua casa. In che senso?

  1. In pratica, la parte più complessa di un progetto è sviluppare un concetto integrato per la casa. Per farlo con risultati che vanno oltre il progetto di casa ordinario, senza carattere, scontato, è necessario investire continuamente in ricerca e formazione e dedicare ad ogni progetto giornate intere di lavoro, non le due ore di consulenza di fronte al cliente.
  2. Il progettista del negozio di arredamento tradizionale ha un grande problema: deve portare a casa i numeri. Per questo motivo, riceve pressioni dai suoi supervisori per chiudere nel minor tempo possibile una vendita, con la conseguenza che non può dedicarti molto tempo.
    Quindi, il progettista del negozio tradizionale è costretto a far fare a te il grosso del lavoro di progettazione, a lanciarti la patata.
  3. Visto che nel negozio tradizionale si ragiona con la legge dei grandi numeri, il progettista ti dedica un periodo di tempo molto limitato perché sa che, ad esempio, su 10 persone che segue 4 compreranno e 6 no.
  4. Per incrementare i numeri, il progettista tradizionale delega al cliente l’onere della progettazione. Più nel dettaglio, dopo la mini-consulenza di 2 ore sull’ambiente cucina, per esempio, il progettista ti invita a guardare i cataloghi e i siti internet, in modo che tu possa farti un’idea e segnalargli cosa ti piace.
  5. Il suo lavora diventa di comporre, incastrare nel tuo spazio degli arredi che ti possono piacere e che gli avrai segnalato. Cioè fare una composizione d’arredo, non un progetto d’interni.
  6. La patata ora è in mano a te, che a questo punto avrai capito qual è il livello di supporto che puoi aspettarti da questa figura. Siccome per te è importante che qualcuno dedichi al tuo progetto il tempo che si merita, perché stiamo parlando della tua casa, il posto che ti identificherà per tanti anni, davanti a te si aprono due strade:
  • Decidere di fare tutto in autonomia
  •  
  • Affidarti ad un architetto (a tal proposito, ti consiglio di leggere la nostra guida alla scelta dell’architetto, per evitare di duplicare i costi con un professionista che abbia gli stessi limiti del progettista tradizionale)

In questo articolo ipotizziamo che, a prescindere dalla decisione finale che prenderai, fai comunque una ricerca per farti delle idee su come arredare casa.

Le 5 fonti di ispirazione più comuni su come arredare casa in autonomia e i loro limiti

La progettazione passiva

Sicuramente qualche idea su come vorresti la tua cucina te la sarai fatta, potresti essertela immaginata tante volte e potresti aver già preso qualche decisione in merito. Le tue informazioni sono però limitate a

  1. Visite in negozi di arredamento
  2. Cataloghi
  3. Riviste di settore
  4. Blog e immagini su internet
  5. Qualche cucina di amici che ti è piaciuta

Oltre alle fonti indicate in questo elenco, tu hai delle esigenze funzionali – cioè di come vuoi utilizzare uno spazio – di cui sei consapevole. Magari perchè ci hai pensato, oppure perché ci sono dei problemi che hai avuto con una cucina o un altro spazio in passato e che assolutamente non vuoi replicare con l’acquisto dei nuovi arredi.

Tutte queste informazioni potrebbero sembrare sufficienti, ma in realtà queste fonti ti permettono di accedere ad una selezione limitata di soluzioni, ignorandone tante altre che potrebbero cambiare completamente le tue aspettative sul risultato funzionale, estetico ed emozionale finale della tua casa.

come arredare casa

Infatti, questo metodo di progettare sulla base di ispirazioni è del tutto accidentale e dipende dalle soluzioni in cui ti imbatti nel poco tempo che hai a disposizione e nella tua interpretazione di quella soluzione. È un po’ come se fosse la pesca di un numero, prendi quello che ti capita tra le mani.

Quello che invece ti è più utile prima di prendere una decisione per arredare casa è

  • Prendere coscienza di tutte le possibilità esistenti per creare il tuo ambiente ideale, senza le limitazioni imposte dalle varie fonti da cui prendi le informazioni
  • Creare in maniera strutturata, cioè seguendo un metodo specifico, lo spazio ideale del posto dove andrai a vivere, con la sicurezza di non poterne creare uno migliore e che potrebbe generarti qualche rimorso successivamente

Come arredare casa in maniera efficace:

Iniziare con il riconoscimento delle preferenze

Quindi il progettista deve essere abbastanza aggiornato e strutturato per poter estrarre tutte le tue possibili esigenze (sia estetiche che funzionali), non solo quelle di cui sei consapevole.

Quando comunichi le tue esigenze, è difficile che tu riesca a comunicare qualcosa che vada oltre a “un’ ambiente contemporaneo, moderno, che però sia caldo e non grigio, non freddo, ma neanche pesante”.
Potresti avere qualche preferenza sugli inserimenti in pietra, che per te potrebbero andar bene solo su alcuni elementi. Oppure sul top della cucina, che deve essere pratico perché ti piace cucinare.

Però non basta, stai ancora lasciando uno spazio infinito al progettista, che tenderà a fare un progetto come più conviene a lui, rispettando questi vincoli che hai descritto. Siccome lui deve chiudere la vendita il prima possibile, se non sei tu a spendere decine di ore sulla ricerca per il tuo progetto, con ogni probabilità ti verrà proposta una composizione standard. Infatti alla fine ti propone un’unica alternativa. Ne dovresti vedere almeno 3/4 diverse.

Anche se ti potrebbe sembrare scontato avere un’idea chiara sulla forma di una cucina, ad esempio un’isola, non è detto che l’effetto finale che vuoi ottenere debba prevederla necessariamente, perché potrebbero esserci delle soluzioni senza isola che sono nel complesso più adatte e che potrebbero piacerti di più, ma al momento non lo puoi sapere.

Per cui è fondamentale che a seguirti sia una persona molto preparata sulle possibilità di progettazione di interni e addestrata a “estrarre” le tue preferenze seguendo un metodo specifico, non facendosele raccontare con delle domande generiche.

Come arredare casa:

Due metodi di lavoro che devi conoscere per poter distinguere un progettista tradizionale da uno specializzato in creazione di ambienti residenziali moderni

Oltre a ciò, si aggiungono due problematiche: Il progettista tradizionale ragiona:

  1. per tipo di stanza: cucina, zona notte, bagno, zona giorno ecc.
  2. Concentrato sui pezzi di arredamento, sul mobile, che è dove ricava il margine economico

Considerare ogni spazio della casa in maniera indipendente elimina la possibilità di ottenere l’effetto visivo che si può creare della combinazione degli elementi di vari spazi. Un errore molto comune quando si acquistano gli arredi è proprio comprare i mobili della cucina, in maniera indipendente rispetto al progetto generale della casa (ammesso che ce ne sia uno).

Ad esempio, in cucina si potrebbero inserire delle colonne che creino una boiserie e che diano l’effetto di continuità con le altre stanze, come la zona giorno. Vedi immagine sotto (realizzata dal nostro studio Spaces Home).

Come arredare casa

È chiaro che non si arriverà mai a progettare una soluzione del genere se si inizia un progetto pensando alle basi e alle colonne operative.

A conferma di ciò, la prassi nel settore è quella di procedere una stanza per volta. Quindi, prima si sceglie la cucina; dopo aver confermato la forma, le finiture e i colori della cucina, si passa ad un altro spazio.

 Per quanto riguarda il secondo punto, prendiamo sempre come esempio la cucina. Il mobile della cucina non può essere considerato indipendentemente dagli altri elementi. L’ambiente cucina è sempre lo sviluppo di una soluzione architettonica, in cui è presente anche il mobile cucina.

Se da un lato il progettista tradizionale ti propone la solita composizione con basi, colonne operative e pensili, è anche vero che le case belle non hanno mobili appesi alle pareti, il prodotto non è evidente, è tutto «nascosto» e integrato nell’ambiente. È così che da un progetto cucina si passa ad un progetto living completo, perfettamente ambientato, che suscita delle sensazioni specifiche.

È una filosofia differente. Si porta avanti un progetto, non si propone un mobile.

Nel negozio tradizionale si comincia subito a comporre la cucina e a confrontarsi con le basi da 90cm piuttosto che da 60cm, il pensile a ribalta piuttosto che battente ecc. Va bene, ma deve essere uno step successivo. Viene dopo.

Ecco un altro esempio di cucina living progettata come un ambiente e non come composizione

COME ARREDARE CASA
COME ARREDARE CASA

Si vede chiaramente da questa immagine (realizzata dal nostro studio Spaces Home) come il mobile sia solo uno degli elementi per realizzare un ambiente residenziale di pregio.

Guardiamo i microcementi applicati alle pareti che creano un effetto grezzo ma comunque molto pulito e ricercato, la boiserie dell’area living che crea una continuità con gli altri spazi della casa, lo studio di illuminazione dello spazio che include anche lo sviluppo di controsoffittature apposite.

Come arredare casa per creare la Home Experience

Dalla composizione all’ambiente

Più in generale, dobbiamo cominciare ad uscire dalla concezione che la casa è bella perché c’è la cucina perfetta. Il mobile ha certamente un ruolo molto importante nell’effetto finale che si vuole ottenere, ma è anche certamente riduttivo focalizzarsi esclusivamente su quello.

Tutti gli elementi di uno spazio devono essere integrati tra loro. Con questo cambio di prospettiva acquisiscono importanza la boiserie giusta, il parato giusto, la tenda giusta, il tappeto giusto, l’illuminazione giusta, il tessuto giusto e tanti altri elementi che in genere non vengono considerati quando bisogna arredare casa.

Le possibilità progettuali sono davvero molto eterogenee e un tipo di progettazione passiva ti preclude molte delle strade percorribili.

Arredare Casa

Arredare casa: visita ordinaria ad un negozio di arredamenti tradizionale

È sabato pomeriggio, hai avuto una settimana di lavoro stressante e vuoi goderti il fine settimana in pace. Però devi arredare casa nuova e hai deciso di fare una visita ad uno dei negozi di arredamento in zona.

Scegliere l’arredamento di casa dovrebbe essere un’attività rilassante, o almeno così avrai pensato, e quindi ti sei preparato per passare un bel pomeriggio in cerca di qualche arredo che potrebbe andar bene in casa tua, magari abbinandoci una cena fuori o una passeggiata.

Tutto pronto, imposti il navigatore all’indirizzo del negozio che hai scelto di visitare e inizia la passeggiata.

Arrivi finalmente al parcheggio del negozio e non vedi l’ora di vedere quante cose belle potresti inserire nella tua nuova casa, sicuramente avrai immaginato come arredare casa, avrai già pensato a tantissime cose diverse, ma ora stai per entrare e puoi toccarle con mano.

Arredare casa: cosa realmente accade durante la visita ad un negozio di arredamenti

Quando entri nel negozio però hai un po’ un senso di smarrimento; sembra non esserci nessuno. Rimani lì all’ingresso ad aspettare che qualcuno si accorga di te. “Mah, forse saranno tutti impegnati.”

Dopo un po’ di attesa ecco che arriva qualcuno a salutarti, si presenta e ti guarda aspettando che tu dica qualcosa. Dopo l’imbarazzo iniziale, rompi il silenzio e comunichi che sei lì per vedere il negozio perché vuoi arredare casa, come se la persona che ti ha accolto non lo sapesse.  In automatico la risposta è “Prego, vi accompagno”.

A quel punto ti trovi un po’ in difficoltà, perché realizzi che il venditore ti seguirà in tutta la sala espositiva come l’Occhio di Sauron, che osserva e registra ogni tuo singolo movimento.

  • “Allora cosa volete vedere?”, ti chiede.

Preso alla sprovvista, dici la prima cosa che ti viene in mente: “Ehm… uhm… cucina!”. Tanto in una casa la cucina serve sempre.

Inizia così la visita dello show-room. Il venditore ti segue e, cercando di essere utile, comincia con qualche spiegazione:

  • “Questo è la cucina modello xyz, porta come caratteristica la gola, ha il top in acciaio che è una nostra prerogativa, però si può avere in quarzo, in laminato e altri materiali. Un tratto caratterizzanze di questa cucina sono questi pensili che si aprono col dito sino a 240 cm di larghezza….”

Se non sei un addetto ai lavori, è molto facile perdersi nella miriade di informazioni tecniche che dà il venditore. Che continua con ulteriori dettagli, come:

  • “C’è una finitura laterale che di serie esce così, però la possiamo fare anche in laccato opaco”
  • “Questa è un’anta estraibile a doppia ribalta”
  • “Abbiamo il gres, il laccato per le colonne, tutte le cucine che hai visto le puoi personalizzare come vuoi”
  • “guardate questo tavolo allungabile, qui vi potete mettere in 10”
  • “Vedete ci sono tutte le attrezzature previste, forno, lavello, microonde….”

Dopo circa 30 minuti di spiegazione ricca di informazioni tecniche, sui marchi, sui modelli, dopo che il tuo cervello si è scollegato e non vuoi più pensare a come arredare casa ma stai già pensando a cosa fare appena esci di lì, il venditore ti chiede se hai la piantina dell’appartamento, in modo da cominciare a vedere una composizione di arredo che rientri nei tuoi spazi.

Quindi termina la visita all’esposizione e si passa in ufficio per ipotizzare una composizione. Cosa si intende nello specifico per composizione lo vedremo tra qualche riga.

Ma perché funziona così? I venditori dei negozi di arredamento non lo capiscono che per te è stressante fare un’esperienza del genere?

Tu volevi andare in negozio a vedere bei mobili, a immaginarti la tua nuova casa e magari a capire come si sceglie l’arredamento, non a essere pedinato e a farti riempire la testa di tecnicismi buttati lì a caso e non spiegati in maniera strutturata, tanto che te ne esci con le idee più confuse di prima.

Forse ne sono consapevoli di quanto sia stressante per te, forse no. Il punto è che, per il loro metodo di lavoro, sono costretti a farti fare questo tipo di esperienza. Vediamo subito il motivo.

Arredare casa: perché il venditore del negozio di arredamenti tradizionale ti pedina e si sofferma su noiosi tecnicismi?

Nel negozio di arredamento tradizionale si ragiona ancora per prodotto, cioè il venditore o il progettista che ti segue pensa di doverti vendere una serie di pezzi di arredamento.

Ogni negozio tradizionale ha uno show-room diverso, con alcuni modelli di arredi esposti in base ai marchi commercializzati. Essendo focalizzati sulla vendita del pezzo, il venditore deve stare molto attento a tutte le tue reazioni di fronte ai prodotti durante la visita allo show-room, per provare a intuire cosa ti può piacere, per poi inserirlo nel “progetto” di arredo che ti propone.

“Progetto” che altro non è che una disposizione all’interno del tuo spazio di una serie di prodotti che ti potrebbero piacere. Quindi più che progetto possiamo chiamarlo composizione d’arredo.

Infatti, nella sua formazione lavorativa, il venditore o il progettista tradizionale ha frequentato i vari corsi delle aziende che rivende. Quindi conosce i materiali e le soluzioni che si possono ottenere soltanto con quelle specifiche aziende che può fornire al suo cliente.

Sempre durante i corsi di formazione, il venditore e il progettista tradizionali hanno imparato che quando ti soffermi o guardi con attenzione alcuni dettagli, lui deve focalizzarsi su quelli e inserire esattamente quel prodotto nella tua composizione d’arredo, adattandolo alle misure specifiche che hai a disposizione.

Quindi nel negozio di arredamento tradizionale c’è una distinzione netta tra l’azienda produttrice che “pensa” il prodotto e il progettista o il venditore che si limita a farlo entrare nel tuo spazio, lasciando a te l’onere di sapere se quello è esattamente il prodotto più adatto per arredate  la tua casa.

Arredare casa: progettare da solo il tuo spazio nel negozio di arredamento tradizionale

Ci sono una serie di criticità legate a questo metodo di lavoro.

Se da un lato scegliere tra quello che vedi in esposizione può essere una soluzione “sicura”, perché sai esattamente cosa ti arriva a casa, fare una scelta di interni in base a quello che è esposto è molto riduttivo, perché la scelta è limitata a quello che puoi vedere nei vari negozi che visiti. Infatti, dovresti compiere scelte basate su una conoscenza molto limitata delle possibilità di stili e di soluzioni per la tua casa.

A conferma di quello che stai leggendo, se hai già visitato un negozio sicuramente alla fine dell’appuntamento il venditore o ti avrà dato dei cataloghi da studiare o ti avrà indicato un sito internet dell’azienda che rivende dove puoi vedere i vari modelli.

In altre parole, tu devi spendere una cifra consistente per arredare casa tua e si pretende che tu ti faccia il progetto d’interni da solo.

arredare casa

Questa è una scelta che ti vincola almeno per i prossimi 10-20 anni, anche di più se scegli dei pezzi di design più importanti.

Il progettista che possa essere davvero utile, invece di farti vedere i dettagli dei modelli degli arredi, dovrebbe fare un lavoro di analisi delle tue preferenze in maniera molto più approfondita.

La difficoltà sta nel fatto che, per poter fare questo lavoro, è richiesta una conoscenza a 360° di tutte le possibilità arredative di uno spazio. Per conoscenza a 360° si intende non solo quella dei vari pezzi di arredamento, ma anche degli apparati illuminanti, delle pitture, delle resine, dei rivestimenti, degli interventi architettonici, delle lavorazioni di falegnameria, delle lavorazioni metalliche, dell’integrazione tra due o più stanze collegate tra loro e tanto altro.

Sono competenze complesse da sviluppare e che non si trovano nei negozi tradizionali, dove il venditore o l’architetto è una persona esperta solo dei marchi di arredamento che rivende il negozio.

Arredare casa: la sicurezza di scegliere senza rimpianti

Piuttosto che utilizzare lo show-room per capire le tue preferenze e rendere la tua visita in negozio lunga e noiosa, oggi l’esposizione serve per vedere qual è la resa dei materiali dal vivo, come ci si muove in uno spazio.

Per individuare il tipo di ambiente che vuoi creare a casa tua, ci sono altri metodi più moderni e ben più efficaci. In particolare, noi di Pierre Home, con il nostro studio di progettazione associato Spaces Home, abbiamo sviluppato il metodo In.te.emo®, un metodo di analisi che ti permette di trovare esattamente lo stile di casa che ti piace, che rifletta la tua personalità e l’emozione che l’ambiente deve esprimere.

In questo modo possiamo dare una direzione alle attività di progettazione che seguono, che con il metodo CONO ti guideranno sessione dopo sessione verso il restringimento delle possibilità che vanno bene fino ad arrivare alla soluzione ottima per il tuo ambiente residenziale.

Tutto questo senza dover spendere le tue serate libere su riviste, cataloghi e siti internet, ma in maniera divertente e stimolante e con la sicurezza di essere seguiti da un team di specialisti degli ambienti moderni.