Quanto costa una decisione errata?
In base ad una statistica costruita sugli anni di esperienza della nostra azienda abbiamo riscontrato che, quando si deve ristrutturare e arredare casa per la prima volta seguendo il processo tradizionale, si sbaglia tra il 30% e il 40% delle decisioni che vengono prese.
Realizzare o ristrutturare una residenza, che sia appartamento o villa indipendente, è un’attività molto complessa. Ci sono una moltitudine di attori coinvolti, ognuno con i suoi tempi e i suoi imprevisti, tutti pronti a scaricare sul committente la responsabilità di ogni singola decisione.
Infatti, dopo un brevissimo periodo iniziale, quando si ristruttura casa vogliamo tutti la stessa cosa: vogliamo che tutti finiscano il loro lavoro e se ne vadano quanto prima!
Diventa molto frequente, dunque, ritrovarsi nella condizione di prendere delle decisioni che a prima vista sembrano di buon senso e che alla fine diventano vincolanti per il progetto finale. Cambiarle significherebbe incorrere in costi non trascurabili, fino al 10% del budget dell’intera ristrutturazione.
Vediamo dunque qual è il processo tradizionale, del buonsenso comune, che crea la maggior parte dei limiti in fase di progettazione degli interni.
Il processo “Difettoso”
Nella maggior parte dei casi di ristrutturazione che vediamo, si ha un progetto architettonico per la divisione degli spazi, si comprano i rivestimenti, si inizia a installare l’impianti elettrico e idraulico e solo dopo si realizza un progetto di interni.
Sebbene questo processo sia quello più diffuso e considerato corretto, in realtà comporta una serie di conseguenze sulle possibilità di progettazione degli interni.
Quando si scoprono i limiti dell’ambiente venutosi a creare, modificare la configurazione dello spazio diventa oneroso, per cui spesso si opta per una soluzione che non rispecchia totalmente le preferenze di chi abiterà la casa.
Se per una serie di ragioni ti trovi a seguire questo tipo di processo, di seguito puoi verificare se stai commettendo uno degli errori più frequenti, con anche delle indicazioni su come evitarli.
Inoltre vedremo qual è il limite entro cui si possono fare cambiamenti in maniera economica.
Iniziamo subito.
Errore comune #1: Realizzare le pareti prima di progettare glia arredi ad incasso
Questa è probabilmente la scelta che più di tutte viene data per scontato e quella che genera il maggior numero di modifiche.
In genere si scelgono gli arredi dopo aver imbiancato la casa, quindi dopo aver realizzato tutte le separazioni e gli impianti.
Tuttavia gran parte delle soluzioni richiedono delle pareti progettate appositamente per accoglierle, generando la necessità di aggiungere cartongessi, dunque di modificare gli impianti, rintonacare le pareti e ripitturare il tutto.
Vediamo degli esempi nelle immagini che seguono:
In questi due casi i lavori di ristrutturazione sono stati effettuati dopo aver chiarito esattamente come doveva essere realizzato l’ambiente e dopo aver verificato le misure esatte dei mobili specifici da inserire.
Riprodurre un ambiente del genere con delle pareti dritte equivale a costruire ex-novo tutta la parete.
Errore comune #2: realizzare il pavimento, le pareti e il soffitto prima di aver definito quali porte o separatori installare.
Il capitolo delle porte e dei separatori è molto insidioso in quanto ogni tipologia di porta richiede dei lavori specifici.
A scopo illustrativo, nel caso in cui si volesse installare una porta con apertura a bilico come nell’immagine che segue, bisogna prevedere dei sostegni specifici all’interni del pavimento, quindi da installare prima della realizzazione del massetto.
Se non viene fatto è comunque possibile avere questa soluzione, ma comporta avere la ferramenta a vista, degli inestetismi che si sarebbero potuti evitare.
Un altro caso che può accadere con riferimento alle porte è che si opti per i tradizionali controtelai in abete, che ci costringono ad utilizzare delle porte con profilo perimetrale largo come nell’immagine a sinistra.
Non che siano brutte, il punto è che se in fase di scelta non si può prendere in considerazione l’alternativa con perimetro slim, che vediamo nell’immagine qui a destra.
Allo stesso modo, volendo realizzare una porta a scomparsa con un rivestimento ceramico, va prevista una sporgenza dell’infisso pari allo spessore devi rivestimento, altrimenti si otterrebbe un effetto non omogeneo.
Dunque, per evitare di avere vincoli nella scelta degli infissi, è opportuno progettarli prima di chiudere il pavimento e realizzare le divisioni interne.
Errore comune #3: installare gli attacchi per i termosifoni prima di aver progettato l’ambiente
Che impatto potrà mai avere un termosifone in uno spazio?
Dal momento che si esce dallo schema della classica composizione d’arredo, anche il termosifone o in generale il termoarredo può contribuire all’immagine estetica finale di un ambiente.
Vediamo un esempio pratico con questa immagine, scattata nel nostro showroom, in cui vediamo una colonna decorativa bianca che si erge dal pavimento. La colonna è priprio il termoarredo previsto per questo bagno.
Per poter installare questo pezzo in uno spazio, bisogna creare una predisposizione a pavimento e portare esattamente li l’attacco per il termoarredo.
Con un attacco tradizionale a muro questa soluzione diventa impraticabile, poiché bisognerebbe rompere il muro e il pavimento, modificare gli impianti e ripassare la resina.
Errore comune #4: Prevedere pareti con materiali o spessori non adatti all’utilizzo futuro
Quando si creano delle divisioni o semplicemente delle contropareti, senza sapere se e che tipo di arredo/decorazione dovranno ospitare, ci si preclude automaticamente una serie di possibilità.
Nel primo caso abbiamo riportato un esempio di armadiatura sospesa, che richiede una parete rinforzata in quanto il peso ce deve sostenere è rilevante e non vogliamo trovarci nella situazione di creare pericoli per chi abita lo spazio.
In un altro caso potremmo voler decorare la parete con un rivestimento a base di resine. Tuttavia nel caso in cui avessimo inserito un normale cartongesso, a contatto con le resine si gonfierebbe, quindi bisognerebbe applicare degli strati protettivi impermeabilizzanti sulle pareti. Cosa che si potrebbe evitare se l’informazione venisse recepita prima della realizzazione della parete.
Errore comune #5: installazione punti luce a soffitto
Un’altra decisione che viene spesso sottovalutata riguarda il posizionamento dei punti luce a soffitto. Un punto luce richiede il passaggio di cavi, tagli di cartongessi e rifiniture esterne, per cui cambiarne la posizione comporta lavori di modifica della controsoffittatura.
In genere vengono inserite
- le prese elettriche a parete nelle zone in cui è più probabile che vengano utilizzate (ma che vengono sempre spostate dopo aver ultimato la progettazione degli interni)
- i collegamenti nella parte centrale del soffitto della stanza, dove tradizionalmente viene inserito un lampadario pendente.
Tuttavia, durante la progettazione degli interni, si scoprono delle alternative a questa impostazione classica, ma diventa impegnativo adattare l’ambiente a soluzioni in cui l’illuminazione segue uno schema totalmente innovativo, come nell’area living di seguito riportata.
Errore comune #6: Prevedere l’illuminazione incassata alla fine del progetto
L’illuminazione incassata sta diventando un elemento sempre più presente nelle residenze moderne.
Richiede spazi e supporti specifici, che devono essere realizzati durante la fase di ristrutturazione e non successivamente.
Nell’immagine a sinistra vediamo uno dei nostri progetti per una zona notte. L’illuminazione inserita ha richiesto un controffitto appositamente progettato, in modo da non scontrarsi con gli elementi strutturali di sostegno.
Allo stesso modo, l’illuminazione incassata nelle pareti deve essere progettata a monte.
Nell’immagine che segue vediamo un esempio di soffitto con illuminazione laterale a vela e sistemi ad incasso centrali.
È tutto un gioco di armonie anche con l’arredo previsto e lo si è potuto ottenere perché la residenza è stata pensata come un corpo unico e non un pezzo per volta.
Qual è il momento in cui è ancora possibile effettuare modifiche e quindi il limite entro cui effettuare il progetto di interni?
Il momento ultimo prima che ogni cambiamento diventi molto costoso è la posa del massetto, cioè lo spessore in cemento che farà da base per il pavimento.
Una volta creato il massetto, eventuali sostituzioni all’impiantistica o al layout della casa comporteranno interventi di “demolizione”, che vogliamo assolutamente evitare.
Qual è invece il miglior momento per decidere come realizzare una residenza?
Se lo stabile è da costruire, è ideale avere ben chiaro tutto prima che sia terminato lo scheletro dell’edificio. Infatti qualsiasi lavoro effettuato dopo aver creato la struttura dell’edificio comporta la scelta tra diverse soluzioni progettuali, quindi potenziali compromessi.
Se invece lo stabile è già costruito, l’ideale sarebbe progettare gli interni prima di ergere le divisioni e di installare gli impianti.
Alessandro Piccolo